Il dato atteso che è stato confermato dagli esiti delle urne elettorali in questa tornata per la elezione di senatori e deputati al Parlamento italiano, è stato quello relativo all’affluenza degli elettori nei seggi elettorali. Le previsioni la davano in netto calo. E così è stato. Contrazioni in valore assoluto dei votanti e dunque delle percentuali. A cascata l’andamento si è verificato – tranne alcune eccezioni – nei vari comuni italiani. E non poteva essere diversamente: il dato nazionale non è che la sintesi delle situazioni particolari dei comuni. L’umore degli italiani è pressoché simile a tutte le latitudini.
Manfredonia non fa eccezione. La lettura dei dati risultati dallo spoglio delle schede votate offrono spunti di riflessioni che farebbero meglio a valutarle i diretti interessati, vale a dire i politici comunque impegnati. L’asticella della percentuale dei votanti è scesa ulteriormente: nelle passate consultazioni comunali, meno di un anno fa, si è fermata a quota 61,10 per cento; in quelle appena trascorse il numero è stato di 56,20 per cento. È da rilevare che l’assetto politico che si è presentato circa un anno fa è lo stesso di quello che è sceso in campo per sostenere il proprio candidato. Vuol dire qualcosa?
Allargando un po’ l’orizzonte balza all’attenzione pubblica il dato che attesta la forte contrazione della pattuglia sipontina che siederà negli scranni del Parlamento italiano. Anzi, solo in quello della Camera dei deputati, ché al Senato non ci andrà nessuno. A Palazzo Montecitorio sarà presente Giandiego Gatta eletto con grande suffragio di voti: era il terzo tentativo; lascia dopo tre mandati di consigliere alla Regione Puglia. Un exploit favorito anche all’onda lunga mossa dall’ormai “Giorgia nazionale” e naturalmente dal consolidato asse Rotice-Gatta. Le promesse sono tante e ci sarà modo di vederle tradotte nella pratica. Manfredonia nonostante abbia avuto una sostanziosa e assortita rappresentanza in Parlamento, non ha ricevuto quegli input che pure era lecito attendersi. È notorio che Manfredonia e territorio ha subito, da un ventennio a questa parte, un accentuato impoverimento economico-sociale nonostante le notevoli risorse infrastrutturali che si ritrova in eredità di passate iniziative.
A Gatta si chiede di riuscire in quello nel quale non sono stati capaci i tre deputati rappresentati Manfredonia a Palazzo Montecitorio: Michele Bordo nel corso di tre mandati parlamentari e incarichi importati appiedato dal suo stesso partito (PD); una inutile Francesca Troiano eletta senza saperlo nel Movimento5Stelle della prima ora; e Antonio Tasso, deputato per caso e in questa volata elettorale in cerca di improbabili autori.
Spira forte il vento dell’Incertezza. I tempi che si parano innanzi non sono dei più promettenti: la ventata elettorale innovatrice sospinta dal popolo italiano, preconizza cambiamenti che affondano nelle radici dell’assetto democratico come fin qui consolidato e che non potranno non riverberarsi anche nei centri periferici nazionali. L’asso nella manica è pertanto quello di avere rappresentanze politiche-amministrative attente, pronte e capaci di cogliere quel che si para.
Michele Apollonio