Mercoledì 18 Dicembre 2024

Progetto Siponto archeologica

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“Stiamo lavorando in tre zone della Siponto medievale: anfiteatro, centro città e porto. L’intento è quello di capire quale è il potenziale informativo di ciascuna area, lo stato di conservazione della stratigrafia e la fattibilità di ricerche che pensiamo di condurre nei prossimi anni”: Giuliano Volpe, archeologo dell’Università di Bari (già rettore dell’Università di Foggia), parla volentieri del “progetto Siponto archeologica” messo a punto per riportare alla luce la maggior parte di quella città medievale che giace sotto la coltre del tempo come tratteggiata dagli studiosi nei vari libri. Con gli ultimi scavi si comincia a vedere qualcosa di concreto e di interessante. “Siponto è una realtà non facile da indagare sia per l’enorme estensione del sito sia per la piccolissima parte del noto. Stiamo cercando di capire e pertanto bisogna avere pazienza”. Si sta procedendo alla bonifica delle zone già scavate per mettere in evidenza i ritrovamenti evidenziati. “Man mano che si procede, ci rendiamo conto che per rendere fruibili gli scavi di Siponto occorre non solo tempo ma soprattutto risorse molto più significative di quelle a disposizione oggi dalle quali dipende la lunghezza del tempo necessario per organizzare un Parco archeologico aperto al pubblico”. Il nocciolo della questione è costituito dalla disponibilità di risorse necessarie per realizzare opere complesse e straordinarie come quelle proprie di un Parco archeologico. “Gli scavi non si possono fare con i pochi fondi messi a disposizione dalle Università di Bari e Foggia: occorre intercettare finanziamenti ben più importanti che consentano di lavorare in modo continuativo e non a singhiozzo come ora. Occorre pertanto mettere in piedi cantieri dotati di mezzi meccanici, operai da affiancare agli studenti che hanno fino ad ora svolto il lavoro degli scavi”. Si parla tanto di cultura, di promozione dei patrimoni di esperienze trasmesse dal passato, di incentivare le motivazioni positive delle nuove generazioni, ma poi all’atto pratico succede quello che si evidenzia per Siponto dove si trascura quantomeno un tesoro archeologico che, come dimostrano altri esempi compiuti, se opportunamente valorizzato costituisce la risorsa economica del futuro. “Occorre fare sistema: tutti insieme lavorare per la realizzazione di un progetto comune integrato: Università, Ministero, Direzione regionale dei musei, Parco del Gargano, Soprintendenza, Istituzioni del territorio”. Un movimento virtuoso tale da incentivare il coinvolgimento della cittadinanza, dell’associazionismo, delle imprese. “Voglio vedere gli imprenditori che vengono a visitare il Parco per rendersi conto di quella che può essere una opportunità per tutte le imprese, non soltanto di quelle del turismo, ma anche di altri settori, che hanno tutto da guadagnare da investimenti sul patrimonio culturale”.

di Michele Apollonio

 

Foto di Francesco Armillotta

 

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