Un consorzio ha presentato un progetto tutto da scoprire
LA RAGIONE sociale – “Paradiso sviluppo” – è tanto suggestiva quanto colma di promesse tutte da determinare e connotare in concreto. Un consorzio di soggetti di varia estrazione professionale (imprenditori, avvocati, ingegneri, commercialisti) made in Manfredonia, ha ideato un progetto da impiantare nelle aree Zes retroportuali per avviare attività afferenti ai settori industriali, manufatturieri, artigianali, agroalimentari supportate da import-exsport avvalendosi della struttura portuale, ma non solo. Un progetto ambizioso nella concezione e nell’attuazione.
«UNA SERIE di attività a bassissimo impatto ambientale, nella cui fattibilità ci crediamo ma che al momento vogliamo tenere in stand by, non divulgare i particolari di un progetto complesso sul quale abbiamo lavorato a lungo. Il riserbo per motivi di scaramanzia ma soprattutto perché ne vogliamo parlare a tempo debito, con cognizione di causa, a progetto approvato dall’ASI di Foggia cui abbiamo già presentato il preliminare che è stato approvato. Naturalmente è stato inviato allo sportello telematico delle ZES». Gaetano Salvemini, commercialista, è il presidente del consiglio di amministrazione del Consorzio “Paradiso sviluppo”: non aggiunge altro sulla struttura tecnica del progetto, ma tiene a dire che «è una iniziativa per la quale non dobbiamo dire grazie a nessuno, in primis alla politica». Smentisce pertanto la presenza nel consiglio di amministrazione del vice sindaco dell’attuale amministrazione comunale che ha rassegnato le dismissioni allorquando ha assunto l’incarico politico-amministrativo, così come chiarisce di non essere il coordinatore cittadino di Forza Italia.
DEL CONSORZIO “Paradiso sviluppo” fanno parte: Sidap (magazzinaggio e logistica industriale) con sede sul porto industriale; Femar (Servizi logistici relativi alla distribuzione delle merci); BSST (gestione servizi), entrambe con avviata attività e sedi in città. Obiettivo è l’insediamento nelle aree Zes retroportuali. Sono stati individuati cinque lotti non contigui ma separati tra loro, distribuiti tra l’ingresso del porto alti fondali e la radice dello stesso, comprendente quindi anche quell’area che originariamente era destinata ad accogliere i servizi portuali (Capitaneria di porto, Compagnia portuale, eec.) ma che non sono stati mai utilizzati. Gli unici a insediarsi in quell’area sono stati la Guardia di Finanza e i Vigili del fuoco. Di quelle strutture attrezzate pronte per essere utilizzate (finanche un auditorium completo di poltroncine e schermo) non è rimasto molto, vandalizzate e depredate di tutto.
SE IL PROGETTO del Consorzio dal beneaugurante nome, andrà in porto, come è nei voti di tutti, oltre ad avviare (ancor più riavviare) la macchina della produttività e dunque del lavoro (la promessa è di almeno duecento occupati) riannodando in termini avanzati i fili di passate esperienze lavorative, trarrà dall’indecenza in cui sono finite quelle aree e riportate alla naturale vocazione. «Siamo consapevoli – riprende il presidente Salvemini – che il percorso da compiere è ancora lungo e laborioso, ma siamo determinati ad andare fino in fondo. La vera rinascita di Manfredonia e territorio sta nella riattivazione delle forze lavorative».
Michele Apollonio