La Puglia è la regione del Sud Italia con il maggiore sviluppo costiero, lungo circa 865 Km. Il Gargano è tra le aree turistiche più richieste per la peculiarità delle sue baie, falesie e dei litorali sabbiosi avvolti da una fitta vegetazione di pini, lauri, agrumi e ulivi che rendono la costa garganica unica nel Mediterraneo. Tra meno di un anno, anche i litorali di Manfredonia, Siponto e la zona della riviera sud potrebbero essere gestiti da società ed imprenditori esteri, conformante a quanto stabilito dalla direttiva europea 2006/123/CE. Otto anni fa il Comune di Manfredonia per tutelare le proprie coste approvò con Delibera di G.C. n. 249 del 22.10.2014 il nuovo Piano Comunale delle Coste. Sarà fondamentale dover attuare la cosiddetta direttiva Bolkestein sulla “libera circolazione di beni e servizi nell’Unione europea”. Direttiva che intende semplificare le procedure amministrative, eliminare l’eccesso di burocrazia e soprattutto evitare le discriminazioni basate sulla nazionalità, favorendo coloro che intendono stabilirsi in un altro paese europeo per prestare dei servizi. Il territorio balneare di Manfredonia entro il 2023 dovrà attenersi alle suddette disposizioni, recepite con legge, l’estate scorsa, dal Parlamento italiano. Il prossimo Governo, che si costituirà a seguito delle elezioni del 25 settembre, dovrà adottarne le misure attuative, entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, previa intesa con le Regioni. Sarà fondamentale creare delle opportune intese tra Comuni e Regione per preservare le proprie coste, evitando che vadano in balìa di furbetti imprenditori esteri attirati dalle preziose risorse naturalistiche che il territorio offre. Da circa un anno, il tema delle concessioni balneari ha suscitato tante critiche tra gli imprenditori del settore, preoccupati di vedersi svanire i sacrifici di una vita, investiti in tanti anni nell’offrire al turista locale e straniero degli ottimi servizi balneari. Attualmente le concessioni balneari di spiagge, laghi e fiumi per l’esercizio delle attività turistico-ricreative e sportive dovranno terminare il 31 dicembre 2023. Non ci saranno più proroghe automatiche. Gli indennizzi (a carico del concessionario subentrante) verranno disciplinati con un decreto delegato ad hoc, da adottare entro 6 mesi, sulla base di criteri uniformi considerando il valore dei beni, l’avviamento commerciale ecc. Dal primo gennaio 2024 i lotti di spiagge, nell’ambito delle nuove concessioni balneari, potranno essere frazionati, favorendo l’accesso delle microimprese, degli “enti del terzo settore”, associazioni di volontari e religiose. I beni demaniali come il territorio balneare essendo pubblico sarà assegnato con apposite aste a cui potranno partecipare i nuovi operatori, tutelando coloro che, nei cinque anni precedenti la gara, abbiano usato la concessione come prevalente fonte di reddito per sé e la propria famiglia. Il nuovo Governo dovrà esaminare anche la questione dei nuovi canoni considerando: il pregio naturale, l’effettiva redditività, l’utilizzo di tali aree per attività sportive, ricreative, sociali, legate alle tradizioni locali. Esse potranno essere svolte in forma singola o associata senza scopo di lucro. Una quota del canone dovrà essere utilizzata per la difesa delle coste, delle sponde e per il miglioramento della fruibilità delle aree libere. Il tema delle concessioni balneari è alquanto complesso. Auspichiamo che il nuovo Governo, più attento alla tutela dell’ambiente e al reale sviluppo della green economy, sappia valorizzare le coste del nostro Bel Paese, non svendendo al miglior offerente europeo, “i gioielli di famiglia”, beni preziosi del patrimonio che madre natura ci ha donato.
di Grazia Amoruso