PER l’ex consigliere comunale Antonio Conoscitore è arrivata la “incandidabilità” della Corte Suprema che ha confermato la sentenza della Corte d’Appello del luglio 2021 limitatamente a Conoscitore mentre ha lasciato in sospeso le “incandidabilità” pronunciate appunto dalla Corte d’Appello, per l’ex sindaco Angelo Riccardi e l’ex vicesindaco Salvatore Zingariello. Tutti e tre coinvolti nel provvedimento di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose ordinato dal Ministero dell’interno.
ANTONIO Conoscitore era stato graziato nel primo giudizio celebratosi dinanzi al Tribunale di Foggia per essere poi ripescato dalla Corte d’Appello alla quale ricorsero Riccardi e Zingariello contro lo scioglimento del Comune per mafia, e il Ministero dell’interno contro l’assoluzione di Conoscitore. Ora la riconferma della “incandidabilità” del consigliere a ragione del suo ruolo di socio sia pure di minoranza, dello stabilimento balneare “Bonobo” a Siponto recentemente peraltro riabilitato dal Tar avendolo ritenuto «in regola dal punto di vista amministrativo».
LA CORTE suprema si è riservata di pronunciarsi sulla dichiarazione di “incandidabilità” come sentenziata dalla Corte d’Appello, nei confronti di Angelo Riccardi e Salvatore Zingariello i quali hanno fatto sapere che nel caso la Corte suprema confermerà la loro “incandidabilità” ricorreranno al Tribunale d’Europa.
UNA VICENDA complessa e con tanti punti di domanda rimasti sospesi nell’aria e nelle polemiche incrociate che sono seguite e che non si sono ancora spente. La vicenda dello scioglimento del Comune di Manfredonia inizia alla fine del 2019 allorquando i Ministero dell’Interno intervenne a ribadire la fine dell’esperienza amministrativa Riccardi a Palazzo San Domenico iniziata nove anni prima e andata avanti, specie nel secondo mandato, con difficoltà crescenti tanto da culminare, prima della dichiarazione di scioglimento, nella sfiducia del consiglio comunale e costringere il sindaco Riccardi alle dimissioni.
VA DETTO che l’ex sindaco Riccardi non è stato incriminato di alcun reato se non l’addebito dell’omessa vigilanza sull’operato della sua amministrazione in modo particolare sui controlli antimafia, “distrazioni” forse ancor più gravi da un punto di vista politico-etico-legale di reati penali conclamati. In particolare i giudici si sono soffermati sui rapporti e le frequentazioni del suo vice sindaco e assessore alle opere pubbliche Zingariello, con ambienti dichiaratamente malavitosi. Va detto altresì che Riccardi è stato chiamato dal presidente della Regione Puglia, Emiliano, a ricoprire un incarico presso la Regione. (Candidabile no e Nominabile si?).
UN GROVIGLIO di situazioni le cui ombre si allungano fino ai giorni correnti, alle tante opacità che permangono, ai tanti richiami alla legalità e alla trasparenza. Non è forse un caso che il pronunciamento della Corte Suprema coincida con le ennesime interdittive del Prefetto di Foggia nei confronti di cooperative di pesca: una coincidenza che viene vista come una avvisaglia del vento che cambia.
Michele Apollonio