COLLEGARE con un tunnel sottomarino le isole San Nicola e San Domino, le maggiori delle quattro isole che formano l’arcipelago delle Tremiti, nel mare Adriatico al largo del Gargano. L’idea di unire quelle due isole abitate, meta del turismo internazionale, dalla storia millenaria straordinaria (dall’abbazia-fortezza benedettina “Santa Maria” proviene l’icona della Madonna di Siponto) è sempre balenata sin dai tempi dei Borboni nel cui regno rientravano le Isole Tremiti, ma i vari progetti proposti non sono mai andati in porto. Sia quelli che prevedevano un ponte e sia da ultimo quello che immaginava un tunnel sottomarino.
«NESSUNO di quei progetti andò in porto ad eccezione di quello voluto da re Ferdinando II di Borbone nel 1844 che riuscì a realizzare un ponte su palafitte che però venne spazzato via da una violenta tempesta di mare» ricorda Michelangelo De Meo, ingegnere di Manfredonia, storico delle Tremiti, egli stesso progettista, in tempi recenti, di un ponte dalla gestione autonoma e pertanto a costo zero. Naturalmente anche questo venne accantonato.
L’IDEA del tunnel sottomarino fu esplicitata nel 2000 dalla Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana: nel numero 68 del 22 marzo, alla pagina 63 pubblica il bando di gara indetto dal Comune delle Isole Tremiti, per una serie di opere pubbliche tra cui “Realizzazione studio di fattibilità costruzione di un tunnel sottomarino tra l’isola di San Nicola e l’isola di San Domino”. Il finanziamento dell’opera previsto al 50 per centro tra Cipe e Comune di Tremiti. Lo studio di fattibilità doveva essere completato entro cinque mesi dalla data di aggiudicazione.
AD AGGIUDICARSI la gara è stato lo studio professionale del prof. architetto Giuseppe Radicchio di Bari. Dei modellini del tunnel dell’opera si trovano nel municipio di San Nicola. Le notizie certe si fermano qui anzi di certo c’è che quel tunnel non è stato realizzato. È rimasto nella nutrita schiera di idee pensate per rendere al passo dell’evoluzione turistica internazionale registrata su quelle isole, ma mai arrivate a compimento. Nel 2003, in occasione della sua elezione a sindaco di Tremiti, Giuseppe Calabrese faceva notare che per realizzare quel tunnel «ci vogliono tanti soldi che il Comune non ha».
IL COLLEGAMENTO tra le due isole continua ad essere realizzato con le barche la cui società usufruisce di un sostanziale contributo regionale. Sarà anche romantico, ma è un sistema certamente fuori dal tempo non privo di insidie e in netto contrasto con il turismo sviluppato su quelle isole che da un collegamento stabile potrebbe trarre ulteriori vantaggi oltre ad assicurare sicurezza e la necessaria fluidità delle comunicazioni fra San Nicola, depositaria della storia dell’arcipelago, e San Domino dove più sviluppato è il turismo di massa. Sul piano dell’adeguamento ai sistemi moderni, quelle isole sono ancora molto lontane. Basti pensare che la disponibilità dell’acqua potabile viene assicurata ancora via mare con navi cisterne con costi esorbitanti a carico della comunità regionale, quando c’è un progetto di dissalatore che viene puntualmente richiamato ad ogni inizio di stagione ma altrettanto puntualmente ignorato. Figuriamoci a pensare di realizzare un collegamento diretto che sia un tunnel o un ponte…
Michele Apollonio