La gioia del ritorno ai festeggiamenti in onore di Maria SS. di Siponto, dopo due anni di assenza a causa della pandemia da Covid-19, non ci esime dall’obbligo di dover esprimere le nostre perplessità in ordine ad alcuni cambiamenti rispetto alla tradizione che emergono dalla lettura del programma appena pubblicato dall’Amministrazione comunale.
Tralasciando il numero dato all’edizione di quest’anno (definita la 186^, senza tener conto dello stop forzato di due anni alla processione ed ai festeggiamenti), l’elemento più sconfortante è quello inerente il totale abbandono del luogo storico per eccellenza, piazza Giovanni XXIII, a favore di Piazzale Maestri d’Ascia.
La ‘piazza grande’ non era stata scelta a caso dai nostri avi come cuore dei festeggiamenti: si voleva dare risalto ed enfasi all’attigua Cattedrale, che da anni ormai ospita l’icona sacra di Maria SS. di Siponto. Già nei manifesti del 1901 è evidente come fosse proprio l’allora piazza Duomo il cuore pulsante dei festeggiamenti, mentre oggi piazza Giovanni XXIII è stata completamente esclusa da ogni manifestazione e non se ne comprende il motivo.
Eppure è da qui che parte il sacro quadro ed è qui che torna, anticipato e accompagnato da migliaia di fedeli, in una processione che è famosa per essere tra le più lunghe in Europa; ed è qui che il vescovo al termine della processione si affaccia dal loggiato della cattedrale e saluta con il suo discorso il popolo in preghiera; ed è sempre qui che, nella scintillante e meravigliosa cornice delle luminarie, da oltre un secolo i sipontini attendono di essere allietati dai concerti musicali in suo onore. E poi un dubbio ci sorge spontaneo: dal punto di vista della sicurezza, piazzale Maestri d’Ascia può davvero ospitare le migliaia di persone che in questa particolare circostanza affollano la piazza principale?
Infine, dopo aver guardato gli allestimenti delle luminarie, ci chiediamo per quali ragioni si sia stabilito di spostare l’imponente galleria luminosa da piazza del Popolo ai pressi della chiesa Stella. Fino all’ultima processione del 2019 il baldacchino luminoso veniva creato tra via Arcivescovado e corso Manfredi per un motivo religioso: salutare la sacra icona della Madonna al termine della processione prima del suo ritorno in Cattedrale. La galleria luminosa allestita all’ingresso nord di corso Manfredi, invece, che senso ha? Qui rischiamo di assistere non solo ad uno stravolgimento della tradizione, ma a qualcosa d’altro: in quella collocazione, pare che non siano più i fedeli a poter salutare la Madonna, ma sia la Madonna a dover salutare o omaggiare qualcuno: i titolari di alcuni esercizi commerciali della zona?
La nostra festa patronale è un patrimonio storico e religioso inestimabile, che dobbiamo valorizzare, tutelare e preservare, e per questo va messa a riparo delle mode del momento come dalle iniziative estemporanee degli amministratori o dei comitati di turno. Non dovrebbe quindi essere possibile introdurre modifiche a piacimento senza nemmeno dar conto dei motivi.
I cambiamenti di quest’anno vanno sicuramente nella direzione opposta, cancellando con un colpo di spugna ricordi e antiche tradizioni. Sindaco Rotice, lo dice anche il proverbio: scherza con i fanti, ma lascia stare i santi!
I Consiglieri di Minoranza:
Massimo Ciuffreda, Raffaele Fatone, Giulia Fresca, Michele Iacoviello, Gaetano Prencipe, Francesco Schiavone, Gianluca Totaro, Maria Teresa Valente, Mariarita Valentino
Ma non sapete più dove appellarvi non ve ne va bene una. Avete rotto le scatole.