Giovedì 26 Dicembre 2024

Depuratori garganici fuori norma

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– Se non ci fossero le denunce alle competenti autorità giudiziarie supportate da foto e filmini nonché dichiarazioni di operatori, ci sarebbe da non credere. Gran parte dei depuratori dei centri del Gargano non funzionano come dovrebbero. La documentazione visiva attesta che dagli scarichi di quegli impianti che per definizione sono preposti a depurare e dunque purificare i liquami immessi dalle rispettive reti fognarie, non svolgono il loro lavoro: i loro scarichi rilasciano liquidi il cui aspetto denunciano inequivocabilmente che la depurazione è avvenuta male, non a norma.

A denunciare e ad allertare i carabinieri forestali, il comandante del corpo degli ispettori ambientali territoriali ambientali “Civilis”, Giuseppe Marasco, riferimento accreditato del monitoraggio del territorio, scopritore di tanti misfatti ai danni dell’ambiente. Sotto osservazione con continue verifiche, gli scarichi di numerosi impianti depurativi del Gargano. Un lavoro di grande supporto alle autorità competenti che hanno l’opportunità di intervenire tempestivamente.

«La gran parte dei depuratori sono evidentemente fuori norma» afferma Marasco. «I rispettivi liquidi rilasciati dal colore scuro o fortemente schiumosi, maleodoranti, segno della non avvenuta loro depurazione come le leggi comandano, costituiscono un pericolo per l’ambiente e per le persone che subiscono le conseguenze di tali disfunzioni. Per il depuratore fognario di Cagnano Varano che sversa i suoi fetidi reflui nel lago Varano, abbiamo chiesto il sequestro. Nello stesso lago nel quale sono note le attività di allevamento e pesca, sversa anche il depuratore di Carpino che funziona al 50 per cento». Tra i maggiori penalizzati dal malfunzionamento dei depuratori, c’è il torrente Candelaro «nel quale sversa i suoi scarichi inquinanti come mostrano le foto, il depuratore di Apricena. Ma non solo: numerosi centri del nord Gargano, nella convinzione che nessuno controlla, scaricano i rispettivi reflui in corsi che confluiscono nel Candelaro che sfocia nel golfo di Manfredonia».

Una dettagliata relazione sulla situazione depuratori come innanzi descritta, il comandante Marasco l’ha depositata presso i carabinieri della compagnia di Manfredonia: è indirizzata al presidente della Regione Puglia, al Prefetto di Foggia, al Procuratore della Repubblica di Foggia, ai sindaci di Cagnano Varano e Apricena, ai quali chiede di «verificare la regolarità degli scarichi sia in relazione alle autorizzazioni, sia al rispetto dei parametri di immissione di sostanze inquinanti come stabilite dalla tabelle».

Quello del malfunzionamento dei depuratori è un andazzo che data lontano nel tempo ripetutamente denunciato ma al quale non si sono posti seri e qualificati rimedi. «Provvedere spetta all’AQP che gestisce i depuratori e alla Regione. È una latente e pericolosa emergenza ambientale – rileva il presidente Civilis – che va affrontata con urgenza considerata anche che l’Italia è stata condannata dall’Unione Europea al pagamento di una forte multa reiterata ogni sei mesi fino a quando non si metterà in regola. Soldi che potrebbero essere impiegati per eliminare questi inconvenienti che si riverberano sull’economia generale».

  Michele Apollonio

 

 

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