Giovedì 21 Novembre 2024

Violenze nelle RSA, Fresca (Manfredonia Nuova): Non basta indignarsi, tutti, politica compresa, devono vigilare ed impegnarsi in un’ottica intergenerazionale e di attecchimento valoriale

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La notizia che ha portato Manfredonia, in poche ore, a essere titolo di apertura della cronaca di telegiornali nazionali e testate giornalistiche, non può e non deve rimanere un mero elemento di esternazione del proprio disappunto attraverso una nota stampa. Deve divenire un elemento di profonda riflessione a tutti i livelli, soprattutto politici.

Il caso di Manfredonia non è isolato. La divulgazione a mezzo stampa delle immagini, video e audio, messi a disposizione dalle varie procure a termine delle indagini, ci hanno spesso posti dinanzi a nefandezze devastanti e crudeli contro la persona umana nella fase più fragile della sua esistenza, umiliata, vilipesa, derisa, oltraggiata e violentata nella sua dignità più intima. Anzio, Santa Marinella, Reggio Calabria, San Benedetto Val di Sambro sono solo alcuni esempi a cui si aggiunge Manfredonia con la sua “casa degli orrori”. Donne e uomini che hanno contribuito, in passato, con sacrifici e impegno alla crescita del Paese e oggi, anziché risorsa, diventano soggetti “non indispensabili”. La violenza inaudita che è stata immortalata dalle telecamere induce ad una riflessione drammatica: gli operatori, rei di maltrattamenti e violenze, hanno mai immaginato di avere davanti i propri genitori anziché gli ospiti inermi ed indifesi, o semplicemente essi stessi nel prossimo futuro? E che educazione possono dare ai propri figli? Queste riflessioni mi hanno indotta a non intervenire nell’immediata divulgazione della notizia, in quanto non basta indignarsi e condannare, a parole, atteggiamenti oltre modo riprovevoli, ma è necessario intervenire sulla società, sulle sue criticità generazionali, sulla mancanza di Valori che non consente di rispettare gli altri. Quella RSA deve essere vista come un lager ed ognuno deve immaginarsi al posto di quelle povere persone malcapitate, ma non è giusto nemmeno generalizzare perché all’interno di quelle strutture ci sono operatori che con amore e dedizione offrono il proprio servizio e grazie a loro, al loro coraggio nel denunciare, ne siamo venuti tutti a conoscenza.

Il maltrattamento sugli anziani è un abuso fisico, sessuale, mentale ma anche finanziario e l’entità del problema non è stata ancora adeguatamente definita, sebbene le stime indichino che almeno 4 milioni di anziani lo sperimentano in un anno nella regione europea dell’OMS. Con l’invecchiamento della popolazione è probabile che i numeri colpiti dal maltrattamento aumenteranno, e questo evidenzia la necessità di agire per fermare da subito questa terribile ipotesi. Il maltrattamento agli anziani colpisce sia il benessere mentale che fisico e porta a una sopravvivenza ridotta. Si tratta quindi di un importante problema di salute pubblica oltre che una questione di diritti umani e solidarietà sociale. Cosa si può fare? Indignarsi e inveire contro coloro che hanno commesso tali reati, nella ignavia di una società che non si preoccupa di sapere nemmeno chi vive in quelle “residenze per anziani”, soli, abbandonati ad una condizione di larve umane, derubati di tutto ma fonte di guadagno per qualcuno che non può dire “di non sapere”, non è sufficiente. La società ha l’obbligo di preservare i diritti degli anziani, che possono essere erosi a causa di atteggiamenti sociali negativi e di stereotipi. Nell’ambito delle strutture di assistenza, i maltrattamenti hanno maggiori probabilità di verificarsi laddove gli standard per l’assistenza sanitaria, i servizi di welfare e le strutture assistenziali per le persone anziane sono bassi, il personale ha scarsa formazione, redditi bassi e un carico di lavoro eccessivo, il contesto materiale è carente e le politiche operano nell’interesse della struttura piuttosto che in quello dei residenti. La politica deve intervenire immediatamente. La via giudiziaria seguirà il suo corso ma per affrontare questi problemi, che, passata la cronaca rischiano di ritornare nel dimenticatoio, è necessario rafforzare la coesione sociale e la solidarietà tra le generazioni. Occorre mettere in atto programmi di prevenzione ed è necessario un approccio di salute pubblica basato sull’evidenza per affrontare questa sfida.

Noi di Manfredonia Nuova faremo la nostra parte ed inizieremo una campagna di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e dei professionisti della salute avviando da subito, con l’aiuto di esperti, lo screening di potenziali vittime e aggressori, la definizione di programmi intergenerazionali per le scuole e incontri di formazione dei caregivers sulla demenza. Ogni cittadino dovrà imparare ad assumersi la propria responsabilità per rispondere e prevenire ulteriori maltrattamenti delle vittime potenziali e la politica dovrà sostenere la denuncia obbligatoria dei maltrattamenti alle Autorità, i servizi di protezione degli adulti, le visite a domicilio da parte delle Forze dell’Ordine e degli assistenti sociali, i gruppi di mutuo aiuto, la predisposizione di case di accoglienza e ricoveri di emergenza ma anche la predisposizione di programmi di aiuto psicologico per le persone che commettono abusi e interventi a sostegno dei caregivers.

Una società cresce se ogni cittadino è consapevole e responsabile, ma soprattutto se i Valori, primi tra tutti il Rispetto della Dignità della Persona, ritrovano il terreno adatto per attecchire e generare frutti

 

Giulia Fresca

Consigliere Comunale – Capogruppo di Manfredonia Nuova

 

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Comunicati · News

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