Ma il pesce non mancherà nelle pescherie
STOP alla pesca per tutto agosto. È ormai consuetudine che le attività di pesca si fermino in estate. Per un mese: un “fermo biologico” consistente nel blocco totale delle attività di pesca per dar modo alla fauna ittica di “recuperare” e riprodursi. La decisione venne adottata trenta anni fa a livello di Unione Europea per tutelare il patrimonio ittico che le ricerche scientifiche stimavano in forte decrescita a causa di un eccessivo sforzo di pesca da parte delle marinerie pescherecce. Fermare le attività di pesca per un certo numero di giorni consecutivi – fu la soluzione consigliata – avrebbe consentito alle specie ittiche di completare il loro ciclo riproduttivo senza il pericolo di essere interrotto e dunque favorire il ripopolamento dei mari.
UNA MISURA drastica che si è cercato di mitigare stabilendo di alternare le aree di mare cui imporre il fermo pesca. La gestione del fermo biologico è affidata al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che ha stabilito l’alternanza del periodo di fermo biologico, nei sei compartimenti marittimi italiani in cui è stata suddivisa la costa italiana. Per quello di Manfredonia-Bari, il periodo in cui le barche dovranno astenersi dalle attività di pesca, è dal 29 luglio al 3 settembre prossimo.
GLI ARMATORI della flottiglia peschereccia di Manfredonia con le sue circa 180 unità (fino a qualche anno fa ne erano circa cinquecento), la più numerosa dell’Adriatico anche dopo i pesanti tagli subiti per effetto delle restrizioni legislative, per i condizionamenti economici è più recentemente per le infiltrazioni criminali come ha stabilito la Magistratura, hanno depositato la documentazione di bordo negli uffici della Capitaneria di porto. I pescherecci agli ormeggi nel porto storico di Manfredonia, il mercato ittico chiuso: un intero settore in stand by per un mese. Non un settore qualsiasi, bensì quello che storicamente costituisce uno dei poli portanti dell’economia cittadina e oltre. Nel tempo sono arrivati altre opportunità economiche di grande spessore che tuttavia non hanno attecchito al pari della pesca che è rimasta l’espressione economica-sociale di Manfredonia ancorata ferreamente al mare. Ma quella è un’altra storia.
TRA I PESCATORI, ma non solo, si è discusso e in qualche modo lo si fa ancora, sulla validità del fermo biologico non tanto per la sua natura equilibratrice della fauna marittima, quanto piuttosto sul periodo. Agosto è il mese per eccellenza delle vacanze, del turismo, e il pesce fresco del golfo adriatico è l’eccellenza della gastronomia locale. Una difficoltà cui tuttavia sopperisce la stessa struttura del fermo biologico che prevede lo sfalsamento dei periodi di fermo tra i sei compartimenti (si inizia il primo giugno e l’ultimo è fissato al 3 ottobre). Le pescherie sono ugualmente rifornite di pesce fresco proveniente dai compartimenti limitrofi nei quali il fermo pesca non è attivo. Ma a parte il pescato della piccola pesca sempre attiva, ci sono anche pescherecci di Manfredonia che hanno stabilito con regolare permesso, di operare in altra area di pesca non soggetta al fermo, che inviano il loro pescato alle pescherie di riferimento. In buona sostanza non cambia granché. Anche in agosto pesce in abbondanza.
Michele Apollonio