Giovedì 21 Novembre 2024

Una mozione per la siccità ma era copiata da un Comune del Po

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  Il consigliere Schiavone esibisce l’originale

LA MOZIONE era accompagnata dalla etichetta “urgente” e riguardava il “Piano strategico di contrasto alla siccità”. A presentarla nel consiglio comunale “urgente” i consiglieri di maggioranza Vincenzo Di Staso, Giovanni Sventurato, Sara Delle Rose. L’argomento e quel marchio perentorio “urgente”, avevano creato delle legittime attese giustificate dalla situazione di oggettiva emergenza di siccità diffusa anche dalle nostre parti. Ma si è rivelata una delusione e per alcuni aspetti anche una presa in giro.

L’ARGOMENTO indubbiamente impegnativo e delicato riguardante anche il territorio di Manfredonia, e la tassativa classificazione “urgente”, aveva creato l’aspettativa nell’assemblea consiliare di dover trattare e ragionare sulla situazione riguardante i nostri territori. Neanche immaginabile la sorpresa allorquando si è scoperto che la “mozione urgente” portata in un consiglio comunale convocato d’urgenza, altro non era che un copia incolla di una analoga mozione votata in un comune della Valle del Po, ma anche in altri comuni del nord, e finalizzata a richiamare l’attenzione delle autorità italiane e europee su un problema che sta mettendo in ginocchio una delle attività prevalenti quale l’agricoltura e l’allevamento di bestiame. In verità Di Staso nel presentare la mozione aveva fatto cenno velocemente ad analoghe iniziative attivate al nord e alle quali si era ispirato.

LONTANAMENTE si era immaginato che non di un riferimento formale si trattasse, bensì, nell’approfondire il testo, di un vero copia e incolla di analoghe delibere votate in numerosi comuni dell’area del Po colpita, come noto, da una insistente siccità. A svelare l’inghippo il consigliere Francesco Schiavone. «Nel corpo della mozione – ha tuonato – ho riscontrato delle stranezze che mi hanno lasciato perplesso. La mozione faceva esplicito riferimento alla morfologia del territorio della Valle del Po. Tra i suggerimenti proposti c’era anche quello di un “Piano dei laghetti” che nulla ha a che vedere con il nostro territorio, già dotato di una delle più grandi dighe d’Italia». Schiavone ha esibito la delibera “madre” votata a San Cesaro sul Panaro (Modena) che ha consegnato al sindaco che è rimasto sorpreso della rivelazione affermando di non saperne nulla: una dichiarazione che apre o conferma scenari inquietanti di questa amministrazione. È il “nuovo” che avanza.

OVVIE le proteste fioccate aspre e pesanti, giustificate da una realtà del tutto incomprensibile. A che pro? «Ritenevamo di dover affrontare i problemi del nostro territorio – ha rincarato il consigliere Gaetano Prencipe che aveva duramente evidenziato la insussistenza dei presupposti di urgenza del consiglio comunale – ci troviamo invece di fronte ad un bluff indecoroso quanto inutile». «Non siamo dei figuranti» ha protestato il consigliere Massimo Ciuffreda. Mentre i consiglieri Maria Teresa Valente e Raffaele Fatone hanno chiesto che «vengano portate in consiglio le interrogazioni depositate da tempo: perché si evita la loro discussione?».

UN CLIMA incandescente che ha suggerito al consigliere di maggioranza Adriano Carbone di non esporsi all’attenzione di un prevedibile aspro dibattito, di ritirare la propria mozione riguardante le attività di intrattenimento e pubblico spettacolo. Il suggello dimostrativo della pretestuosità di un consiglio comunale che di urgente non ha avuto nulla ma che ha evidenziato falle e garbugli.

  Michele Apollonio

 

 

 

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