NON si sa da quanto tempo erano lì ammucchiate e nascoste nei solchi delle campagne del ghetto di Borgo Mezzanone, frazione di Manfredonia, controverso territorio al confine con Foggia: dal numero e da come erano ridotte, certamente erano lì da anni. Una teoria di centinaia e centinaia di carcasse. Il frutto del cospicuo commercio di pezzi di ricambio di automobili assai florido nella zona. Auto rubate non solo nelle città della provincia, cannibalizzate, vale a dire spogliate di tutto, e poi bruciate e quindi “depositate” in quegli anfratti lontani dagli occhi di chi probabilmente avrebbe dovuto vedere e magari denunciare.
UNA SITUAZIONE degradante che non è però sfuggita agli ispettori volontari ambientali “Civilis” del comandante Giuseppe Marasco che sono riusciti ad arrivare in quel cimitero di resti di quelle che erano automobili fiammanti e a portarlo a conoscenza delle varie autorità preposte. «C’è voluto del bello e del buono – racconta Marasco, difensore ambientale del territorio – per convincere le autorità alle quali mi sono rivolto esibendo una vasta e dettagliata documentazione fotografica dello scempio che si consumava in quelle campagne. Oltre all’incredibile massa di automobili massacrate e abbandonate, c’era da fronteggiare – rileva – un grave danno ambientale».
ANCORA una volta nell’ormai lunga e proficua attività di monitoraggio del territorio alla scoperta degli oltraggi all’ambiente e alla natura e dunque dei comportamenti illeciti di cittadini irresponsabili, il corpo degli ispettori volontari ambientali Civilis ha colto nel segno offrendo un esempio di civismo e di legalità di grande efficacia. Una attività che ha consentito alle autorità interessate di intervenire e procedere allo sgombero di quella ferraglia che gridava vergogna e restituito un ambiente agricolo alla sua naturale vocazione ponendo fine ad un inquinamento i cui effetti andrebbero controllati.
Mic. Ap.