Era stato l’orgoglio delle ultime stagioni, anche in Eccellenza, dare spazio a calciatori di Manfredonia in una squadra che ha anche ben figurato in un campionato in cui squadroni come l’ultimo Barletta l’hanno fatta da padroni. Anche la gestione tecnica affidata ai manfredoniani Franco Ciuffreda, direttore sportivo, e Francesco Cinque, allenatore, a novembre sembrava confermatissima anche per tornei di alto profilo, con progetti che in pochi anni avrebbero riportato il Manfredonia in serie D. Il nuovo presidente, in un solo colpo e con una tempistica inusuale ha azzerato tutto, rinunciando all’indubbio beneficio di poter disporre di un gruppo che sta insieme da qualche anno. Prima degli annunci di mister Giuseppe De Candia e del direttore sportivo, Fabio Moscelli, era già stato dato il “rompete le righe” che avrebbe salvato solo Benito Cicerelli e gli under. Una diaspora che dimentica la tradizione calcistica e che non riconosce a Manfredonia la possibilità di vincere campionati di Eccellenza anche con forze locali, come successo nel recente passato. Incomprensibile la rinuncia al giovanissimo talento “nostrano”, Nico Salvemini, sicuramente uno dei migliori 2003 in circolazione, e alla “bandiera”, Pasquale Trotta, decisivo lo scorso anno, che certamente avrebbero infiammato il Miramare. A parte le considerazioni “partigiane” si deve riconoscere al presidente Pasquale Di Benedetto scelte tecniche importanti: i citati mister e direttore sportivo sono profili molto alti per l’Eccellenza. Anche i nomi dei calciatori vertono verso uomini di assoluta garanzia tecnica e di indiscussa qualità. Nel calcio ha sempre ragione chi vince. Speriamo che il giovane presidente trovi sul campo tutti i punti che meritano il suo notevole sforzo e il desiderio, più volte manifestato, di portare molto in alto il Manfredonia.
di Antonio Baldassarre