Giovedì 14 Novembre 2024

Quella zona grigia che offusca la città

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«IL MIO plauso e sentito ringraziamento alle Forze dell’Ordine ed alle Istituzioni competenti per le numerose ed importanti operazioni portate a termine in questi giorni a tutela della sicurezza urbana di Manfredonia, messa a repentaglio nelle scorse settimane da diversi gravi episodi di violenza». Al di là dei dovuti riconoscimenti all’impegno delle Forze dell’ordine, dalle parole del sindaco traspare chiaramente quale sia la situazione precaria sul piano della legalità e della sicurezza a Manfredonia. Sintetizzano in maniera soft, le preoccupazioni e le denunce da parte delle varie e diverse rappresentanze espressione ovviamente di una popolazione sempre più angosciata da fatti ormai ordinari ascrivibili alla micro e macro criminalità che si riverberano condizionandole profondamente, sulla situazione sociale, economica, culturale e politica cittadina. Uno stato di cose che non accenna a placarsi, anzi! Impedendo alla città di   riprendere quella quota che si era sperato di riconquistare dopo tante traversie politico-giudiziarie.

«L’EMERGENZA legalità non è stata affatto risolta. La piovra continua ad avere i suoi tentacoli saldamente attaccati al nostro territorio» sentenzia l’associazione culturale e politica “Manfredonia Nuova” ricordando le battaglie condotte attraverso la propria rappresentante in consiglio comunale anche sul piano della legalità. «A Manfredonia – analizza in una nota – esiste una “zona grigia”, dove operano imprenditori, liberi professionisti e politici, che controllano di fatto gran parte dell’economia del territorio e condizionano il governo della città. Dagli stralci delle intercettazioni sembra emergere anche il ruolo attivo dei clan mafiosi nelle ultime (e non solo) elezioni comunali». Denuncia «il diretto coinvolgimento di un consigliere di maggioranza» al quale chiede di dimettersi «per ragioni di opportunità politica»; ma chiede anche al sindaco di chiarire; così come chiede che il Comune si costituisca parte civile nel processo che lo vede imputato.

SOTTO accusa la politica, quanti (le eccezioni sono poche) la interpretano in una modalità che lascia troppi spazi ai litigi pretestuosi, ai battibecchi virulenti, ad accuse surrettizie. Le pagine social sono zeppe di botta e risposta con toni sempre più aspri fino all’invettiva, all’offesa personale. Il “bene” della città, l’interesse dei cittadini sono un’opzione del tutto occasionale. Imbarazzanti, a dir poco, i commenti dei cittadini. I risultati sono mortificanti.

«DOPO una campagna elettorale aspra e combattuta, la nostra comunità non si può più permettere di avere un dibattito pubblico sporco, violento, aggressivo» sancisce il movimento “Molo 21”. Il coordinatore del movimento presente in consiglio comunale con due rappresentanti nel settore della minoranza, ricorda come «Le parole di tutti devono portare con sé il potere della gentilezza, che non è assenza di conflitto, dunque di dissenso, ma è la capacità di ragionare e discutere assieme, anche da fronti e su temi contrapposti, con il rispetto e l’educazione che nessuno di noi può dimenticare». Gentilezza, rispetto, educazione, dialogo: sono parole e soprattutto concetti sconosciuti a gran parte dei “politici” nostrani. Sono i segnali di una cultura retrograda, di incapacità politica.

«SIA la maggioranza che la minoranza – ammonisce “Molo 21” – in momenti così complessi per la nostra comunità, hanno l’obbligo di abbassare i toni delle proprie rivendicazioni». Un appello diffuso ormai sempre più pressante.

  Michele Apollonio

 

 

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