L’OBIETTIVO è stato quello di verificare l’incidenza del Piano sociale di zona come sfida al nuovo welfare lanciata dalla Regione Puglia. Ad organizzare il forum avente per oggetto per l’appunto “Cambiamenti e nuove sfide del welfare” il movimento “Molo 21” e M5S coordinato dall’operatore sociale Domenico Lamarca che ha evidenziato come il Piano sociale di zona, predisposto dai Comuni sulla base delle indicazioni del Piano sociale regionale, sia lo strumento di programmazione degli interventi e dei servizi del sistema integrato locale da realizzare nell’ambito del distretto socio sanitario. Quello che vede come capofila il Comune di Manfredonia, comprende i comuni di Monte Sant’Angelo, Mattinata e Zapponeta.
«È UN SISTEMA integrato – ha spiegato il sociologo Roberto Lavanna – perché nella realizzazione delle reti di servizi coinvolge sia soggetti del pubblico che del privato. Una programmazione partecipata nella quale il Terzo settore non è più coinvolto come soggetto “fornitore” bensì come “progettista” di servizi che andranno ad erogare. Oltre alla semplice assistenza del singolo, spirito della legge a sostegno dei Piani sociali di zona, è quello di allargare il sostegno della persona all’interno del proprio nucleo familiare. In questo contesto – ha evidenziato – il ruolo dei Comuni è sempre più importante. Anche a riguardo alla innovazione nei servizi: è importante – ha insistito Lavanna – dare spazio alla sperimentazione dei servizi innovativi di cui possono farsi ideatori e gestori anche gli organismi del Terzo settore».
QUELLO in atto è il Quinto piano sociale di zona che la Regione ha chiamato “Cantieri di lavoro aperti” ha ricordato Paolo Cascavilla, ex assessore ai Servizi sociali che ha inaugurato la stagione dei Piani sociali di zona, impostandone i contenuti e gli obiettivi. «Il Piano sociale di zona – ha affermato – non è una somma di servizi, ma un sistema sempre aperto, che si riverbera e si arricchisce di continuo. Non è importante la meta ma il percorso. Fondamentale è esplorare la città attraverso l’ascolto dei soggetti che stanno nella città. E poi ci sono i numeri forniti dall’Istat sui quali riflettere. Per esempio le persone del primo quinquennio di vita (0 – 4) sono 1.973, quella del quinquennio 15 – 19 sono 2.993. Altra dato il numero delle famiglie: si passa in un decennio da 18.000 nuclei a oltre 21.000 (alla fine del 2017). Che cosa significano, quali domande pongono? E gli immigrati, gli adolescenti? La città è un cantiere aperto che bisogna indagare costantemente, ma manca un dibattito pubblico che coinvolga e responsabilizzi la gente».
AL FORUM ha presenziato l’assessora regionale al welfare Rosa Barone (assente l’assessora del Comune di Manfredonia capofila del Piano, Grazia Pennella; presente invece l’assessora ai Servizi sociali di Monte Sant’Angelo, Lea Basta) che nel ricordare che per il V Piano regionale delle Politiche sociali della Puglia, sono stati messi in campo 1,1 miliardi di euro ai quali vanno aggiunti gli 86 milioni di euro del PNRR e altri fondi europei, che ha precisato come «alla Regione spetta la definizione delle linee di indirizzo che dovranno essere tramutate in servizi per i quali dobbiamo lavorare tutti in modo che arrivino ai cittadini. Fondamentale è il ruolo del Comune che deve ascoltare il territorio per individuare le esigenze e i bisogni. È pertanto un momento fertile con il preciso obiettivo di migliorare la vita dei cittadini».
Michele Apollonio