IL PROBLEMA è che c’è un solo teatro, adattamento peraltro di un originario auditorium scolastico annesso alla scuola media “Perotto”, che deve pertanto “soddisfare” le variegate esigenze delle compagnie teatrali operanti a Manfredonia. Vale a dire: Bottega degli Apocrifi, Il Teatro cinque, Teatro stabile Città di Manfredonia, Palcoscenico, Si riprende a volare, Attori per caso Manfredonia. Di queste formazioni solo la prima, la Bottega, è di professionisti; le altre cinque sono amatoriali. Quella della distinzione tra “professionale” (attori che esercitano l’attività teatrale in esclusiva) e “amatoriale” (attori che svolgono altra attività principale) è da sempre motivo di conflitto anche se, nella sostanza e nella pratica, sul palcoscenico, quella differenza in termini sparisce. Il pubblico apprezza la qualità dello spettacolo.
CIO’ non di meno ci sono delle situazioni che risvegliano quel conflitto latente. È il caso di Manfredonia. Il casus belli è l’uso di quell’unico teatro comunale intitolato a “Lucio Dalla”. Nello specifico la sottoscrizione del “Partenariato speciale pubblico privato” tra Comune di Manfredonia e Bottega degli Apocrifi che proroga di altri quindici anni l’uso pressoché esclusivo del teatro. Ad accentuare il disappunto delle compagnie teatrali amatoriali, è la motivazione: «realizzazione di un programma di valorizzazione della struttura teatrale, attraverso strategie culturali, capaci di incidere sulla qualità della vita della città di Manfredonia e del suo territorio di riferimento».
UNA ATTIVITA’ dalla quale le cinque compagnie amatoriali si ritengono escluse. «Nel mentre si afferma quanto sia necessaria – evidenziano in una nota – la cultura per la crescita di una comunità, si dimentica che la cultura è una condizione partecipata e condivisa. Pertanto, da una parte si dice con l’accordo del “Partenariato” di voler “valorizzare la produzione culturale locale e le reti territoriali favorendone le condizioni di utilizzo dello spazio teatrale”, di fatto – rilevano – «le compagnie amatoriali locali sono escluse, trattate come apolidi, senza diritto di cittadinanza e senza una casa cui far riferimento per l’esercizio delle proprie attività teatrali e culturali». La negazione del valore, del ruolo e dell’importanza delle compagnie amatoriali che ancor da prima che arrivasse la Bottega, da oltre mezzo secolo tengono acceso il sacro fuoco del teatro con produzioni originali e rappresentazioni continue che hanno richiamato oltre diecimila spettatori a stagione. Una attività portata avanti superando difficoltà di ogni genere, svolgendo una considerevole azione sociale di aggregazione dei giovani richiamandoli alla bellezza dell’arte.
FACENDO seguito pertanto alla richiesta di incontro col sindaco nel quale discutere del regolamento della gestione del teatro comunale “Dalla”, i cinque responsabili delle singole compagnie amatoriali (Vittorio Tricarico, Filomena Trotta, Michele Trotta, Assunta Radogna, Antonio Lurdo) reiterano la richiesta di un incontro «vero e non ad arte come avvenuto in precedenza», nel quale sia affrontato un confronto «per discutere delle richieste avanzate dalle compagnie utili e necessarie a determinare la sopravvivenza di un pregiato e irripetibile patrimonio culturale sipontino».
Michele Apollonio