“RIGENERAZIONI” è il nuovo progetto finalizzato all’aggregazione sociale e alla promozione culturale, ideato da “Arci Viceversa” che ha aggregato più esperienze sociali ed associative tra cui “Coworking Smartlab”, Officine popolari, per partecipare al bando “Luoghi Comuni”, una iniziativa promossa dalla Politiche giovanili della Regione Puglia e ARTI finanziata con risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 e del Fondo nazionale politiche giovanili. L’obiettivo dichiarato è quello di «promuovere la diffusione della cultura, sviluppare l’associazionismo e il volontariato culturale, offrire occasioni formative aperte a tutti ed in particolare ai giovani, organizzare manifestazioni aggregative, musicali, artistiche, sociali, e collaborare con associazioni che abbiano i medesimi obiettivi sociali».
SEDE di questa nuova iniziativa social-culturale è il complesso “Fabbriche di San Francesco”: residuo dell’antico convento risalente alla prima metà del XIV secolo dedicato a San Francesco, andato distrutto nel sacco dei Turchi nel 1620. Ricostruito nel 1755 venne chiuso nel 1809 a causa delle soppressioni francesi. Dopo l’unità nazionale i locali furono adibiti a deposito di granaglie da un mercante genovese, mentre durante la prima guerra mondiale è stato sede di un distaccamento militare. Restaurato nel 2013 con fondi della Regione Puglia e del MIBAC, non ha avuto una destinazione, fra le tante proposte, che ne valorizzasse la storicità.
ORA ARRIVA il progetto “RigenerAzioni” che toglie quell’antica reliquia storica da un immeritato oblio e la rilancia verso una nuova vitalità, in «una fucina aperta di progetti e passioni attraverso il dialogo e lo scambio di competenze tra generazioni». Per tanti versi una sfida. «La nostra sfida verso un territorio molto complesso, un territorio dove le disuguaglianze sono molto accentuate e che la pandemia a acuito notevolmente: disuguaglianze sociali, di genere, economiche e generazionali» ha spiegato Miriam Grassi vice presidente di Arci Viceversa nell’inaugurare la nuova “Casa delle idee”, «una realtà aperta a tutte le età, un luogo di innovazione sociale ed una rampa di lancio per talenti della comunità a cui manca un centro di gravità che li raccolga e li metta in rete». Tra i numerosi intervenuti anche il consigliere regionale Paolo Campo che ha evidenziato come «questa iniziativa vuole promuovere un dialogo intergenerazionale, un luogo comune capace di accogliere e seminare cultura in particolare tra i giovani».
UN PROGETTO che ricorda molto, quasi ad identificarsi, quello del LUC, ovvero “Laboratorio urbano culturale” sorto nel 2005 da una intuizione dell’allora presidente della Regione Nichi Vendola, nel contesto del più generale progetto “Bollenti spiriti” che ha consentito la realizzazione di ben 150 di quei presidi in altrettanti comuni, che hanno utilizzato manufatti in disuso opportunamente ristrutturati. A Manfredonia quell’intervento consentì di dotarsi di un locale destinato ai bollenti spiriti dei giovani che poterono disporre di spazi propri nei quali sperimentare i propri sogni. Un esempio di politica reale, venne detto, significativamente dedicata a Peppino Impastato. Una “rottura antropologica” che per una decina di anni ha funzionato a tutto ritmo. Una esperienza bruscamente interrotta dalla nuova Amministrazione comunale che unilateralmente, ha deciso di chiudere il LUC. Un malinconico simbolo, esterna la gente, del regresso della città.
Michele Apollonio