Continua incessante la protesta corale dei pescatori di Manfredonia insieme all’intero comparto nazionale. La principale causa è l’aumento considerevole del gasolio. “Da 0,40 è schizzato a 1 euro e 40 centesimi. Il costo del gasolio è troppo elevato e supera di gran lunga i ricavi. Per questo continueremo il fermo della pesca fino a quando il governo a Roma non fisserà il prezzo massimo del carburante oltre il quale non andare” quanto affermato in un grido d’aiuto dai pescatori ai microfoni di ManfredoniaNews.it. Secondo il sindaco di Manfredonia, Ing. Gianni Rotice, la loro protesta è la “legittimazione del diritto” di questa classe produttiva, preoccupata dalle dannose conseguenze che la guerra Ucraina sta arrecando al settore primario (agricoltura e pesca ecc.), all’indotto, alle famiglie, alle aziende e al settore del turismo (ristorazione e strutture ricettive). Anche i sindacati sono scesi in piazza con i lavoratori per chiedere un intervento fattivo da parte delle istituzioni locali, comuni e regioni, e quelle europee. C’è la proposta di un emendamento al regolamento della Commissione europea per consentire l’attivazione del “fermo pesca” anche come misura a sostegno della perdita di redditività dovuta alla crisi Ucraina, procedure semplificate di accesso al credito e sospensioni dei vecchi mutui e garanzie sui nuovi. Nei giorni scorsi, il sindaco di Manfredonia con una “folta” delegazione è partito per Bruxelles portando le istanze della marineria di Manfredonia al Commissario Sinkevičius della DG Mare della Commissione europea. “Oltre all’emergenza del caro gasolio, abbiamo avuto modo di analizzare le criticità e le prospettive della pesca, un settore fondamentale per la nostra economia. Tante le nuove opportunità di crescita e di sviluppo attraverso i bandi e i finanziamenti europei che, ne sono certo, cambieranno il volto ed il futuro della nostra città. Anche qui a Bruxelles hanno apprezzato il comportamento pacifico e corretto della protesta della marineria di Manfredonia, impegnata nella lotta per il diritto al lavoro ed alla produzione del reddito”, ha dichiarato Rotice. Il governo romano ha risposto al grido unanime dell’intero comparto attraverso alcune misure come l’utilizzo del credito di imposta, a parziale compensazione dei maggiori oneri effettivamente sostenuti per l’acquisto di carburanti necessari allo svolgimento delle attività d’impresa, un contributo straordinario, pari al 20% della spesa sostenuta nel primo trimestre solare del 2022. Un altro intervento governativo è lo stanziamento di 20 milioni di euro per fronteggiare l’aumento del carburante da parte delle imprese. Osserva sul punto il dirigente nazionale della Flai Cgil: “Ancora non c’è alcunché per i lavoratori dipendenti. Per questo, oltre alla messa in opera della cassa integrazione per i pescatori, che se tutto va bene sarà pronta in autunno, è necessario un fondo specifico per aiutare economicamente subito i lavoratori che sono arrivati letteralmente alla canna del gas”. Auspichiamo che le misure di sostegno europee e nazionali giungano presto alle famiglie dei lavoratori che stanno continuando a protestare per far valere con fermezza e dignità i propri diritti.
Grazia Amoruso