Domenica 22 Dicembre 2024

Rotice chiede a Rossi di lasciare

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All’Ase si profila il ritorno ad un passato deleterio

«NON HO nessuna difficoltà a rimettere il mandato di amministratore unico dell’Ase così come mi ha chiesto sia pure ufficiosamente, il sindaco di Manfredonia Gianni Rotice». Raphael Rossi arrivato alla guida della tormentata Azienda servizi ecologici (ASE) a seguito di bando pubblico emesso dalla Commissione straordinaria insediata a Palazzo San Domenico nel novembre 2019 a seguito dello scioglimento per infiltrazioni mafiose dell’amministrazione comunale in carica, in una intervista rilasciata alla Gazzetta, conferma le voci corse alla chetichella di una sua “rinuncia” a proseguire il mandato conferitogli che scade nell’ottobre 2023.

LA SCELTA del nuovo amministratore unico dell’Ase, contrariamente a tutti gli altri avvenuta per designazione diretta del sindaco, è stata determinata a seguito di un bando pubblico basato sulle competenze dimostrate da dettagliato curriculum dei candidati. Una novità assoluta che ha interrotto il via-vai di amministratori in quell’azienda che ha portato al record di sette amministratori in tre anni. La scelta di Raphael Rossi non è stata casuale: le esperienze e il curriculum professionale presentato davano massime garanzie. Che tutto sommato, e tenuto conto delle difficoltà oggettive politiche e ambientali nonché delle sirene comandate, sono andate anche al di là delle aspettative.

DAL PALAZZO di città non è stata data alcuna notizia su un argomento che richiama numerose importanti implicazioni di vario ordine. Peraltro la richiesta avanzata all’AU Rossi di fare un passo indietro è arrivata nel corso di un incontro in Municipio convocato per esaminare il Piano industriale aziendale presentato dal responsabile dell’Ase. «Più che un Piano organico – rivela Rossi – erano delle linee guida valevoli per impostare il lavoro da fare nei prossimi due anni tanti quanti ne restano col mio mandato». Un approccio sul quale sindaco e collaboratori presenti hanno avuto da ridire su talune attività aziendali nonostante che Rossi avesse messo in evidenza i sostanziali interventi effettuati per riportare un’azienda travagliata da mille problemi strutturali e organizzativi, su un piano di legalità e razionalità.

TRA QUESTI il nuovo statuto così come sollecitato dall’Anac; i concorsi per l’assunzione del personale mai espletati prima; e così via dicendo. «Dalla discussione intavolata – ha osservato Rossi – ho capito che i problemi non venivano dal Piano, ma il loro problema ero io». A quanto pare, e non era difficile, ha centrato il problema. La mossa, quella di puntare al dominio dell’Ase, un serbatoio di intrighi e di potere di ogni genere, era nell’agenda delle aspettative della politica locale. Un posto di comando ghiotto per il quale la lista di attesa dei pretendenti è numerosa e assortita. Insomma c’è una gran voglia di ritorno ad un passato irto di insidie e maneggi.

MA A QUESTO punto sorge il problema di come fare per arrivare alla conquista dell’Ase. Il 24 prossimo è convocata l’assemblea dei soci, che sarà presieduta dallo stesso Rossi, per l’approvazione del bilancio 2021 che espone con un utile di duecentomila euro. Oltre al Comune di Manfredonia, è socio anche il Comune di Vieste il cui sindaco si è espresso in termini più che lusinghieri nei confronti di Rossi. La prospettiva, se effettivamente Rossi decidesse di mollare, è quella di un lungo periodo di incertezze e affanno nel governo Ase.  E sarebbe l’ultima cosa che ci si possa augurare.

  Michele Apollonio

 

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Commenti

  • “E sarebbe l’ultima cosa che ci si possa augurare”.

    Un giornalista che inizia una principale con la “e” congiunzione?

    Lignorantità 12/06/2022 15:59 Rispondi

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