Le condotte obsolete e insufficienti
CI RISIAMO: basta un acquazzone e la fogna salta. Il fenomeno si è ripetuto in viale Miramare, la passeggiata estiva pregiata della città. I tombini sono come esplosi ed è fuoriuscito un mare di liquami frammisti a escrementi, che ha invaso la carreggiata. Le automobili di transito hanno provveduto ad espanderli per altre vie. Una sconcezza puzzolente inammissibile. Grazie all’intervento degli ispettori ambientali “Civilis” di Giuseppe Marasco, è scattato l’allarme e la solita impresa Spagnuolo ha provveduto a ramazzare e lavare quella, parte di viale. Ma il guaio era fatto.
ORMAI è automatico. Gli esempi sono infiniti e datano lontano. Nel frattempo non è stato fatto nulla per provvedere a riparare uno scempio fisico e morale. Un lungo lasso di tempo nel quale di amministrazioni comunali se ne sono avvicendate senza che mai nessuna di esse abbia costretto alle proprie responsabilità l’Acquedotto pugliese, a provvedere ad eliminare uno sconcio di una gravità assoluta che danneggia drammaticamente l’immagine della città. Anche quest’ultimi inquilini di Palazzo San Domenico al di là della fotografia con la dirigenza dell’Aqp, non è andata oltre. Tant’è che ci ritroviamo in pieno abbrivio dell’estate, con la gente che affolla viale Miramare e i liquami infarciti di escrementi maleodoranti. È l’ormai consueto biglietto di visita della città del golfo, “la più bella del mondo”.
UN RETIDO “benvenuto” che purtroppo si potrà ripetere quando meno te lo aspetti, ogni qual volta che Giove pluvio lo vorrà. Per ovviare a quell’orrore occorrono infatti interventi strutturali importanti che non sono pertanto possibili all’istante. La questione è nota: la Gazzetta ne ha data notizia ripetutamente. Ma non è successo nulla. Fino ad ora l’Aqp è intervenuta a seguito di situazioni di emergenza verificatisi a macchia di leopardo su tutto il territorio, Siponto compresa. I tecnici da tempo hanno appurato che il sistema fognario cittadino fa…liquami e feci lungo tutto i suoi chilometri di percorso. L’abitato si è espanso notevolmente e irregolarmente, ma i servizi non sono stati adeguati alle nuove necessità.
UNO DEI VULNUS che concorrono a far saltare i tombini lungo le condotte fognarie, è la fogna bianca inserita in quella nera. Basta un sovraccarico di pioggia e i tombini partono. Ma la problematica fogna è ben più ampia e articolata. Coinvolge il depuratore, il cuore del sistema fognario, il cui funzionamento è alquanto controverso. Ripetutamente è stato chiesto all’Aqp di emettere un comunicato pubblico nel quale siano specificati esattamente lo stato dell’arte del potenziamento del depuratore, il suo funzionamento (di notte non sarebbe assistito), i collegamenti del litorale sud, l’affinamento dello scarico per il riutilizzo in agricoltura, l’essiccamento dei fanghi. Aspetti fondamentali che si ripercuotono sull’affidabilità del Candelaro per il quale si chiede che l’Arpa tenga costantemente sotto controllo il deflusso delle acque che come noto sfociano nel golfo di Manfredonia.
Michele Apollonio