Domenica 22 Dicembre 2024

Il dipinto ‘Reminiscenza’ di Matteo Paolantonio esposto con la nota critica di Francesco Granatiero

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Il pittore Matteo Paolantonio (originario di Manfredonia) da diversi anni insegna Discipline Grafiche e Pittoriche presso il Liceo Artistico “Benedetto Varchi” di Montevarchi (Arezzo) dove ha recentemente realizzato un imponente dipinto da esporre nella sua scuola. L’opera, un sentito omaggio alla Toscana e alla Puglia (rispettivamente terra di adozione e terra di origine del Paolantonio) è intitolata ‘Reminiscenza’, è stata realizzata con una tecnica mista su tavola, di dimensioni 400 x 200 cm., ed è stata collocata nel Laboratorio di Pittura della Scuola. Per l’occasione lo scrittore/saggista Francesco Granatiero ha composto una nota critica nella quale si evidenzia come “il potere evocativo dei ricordi si è trasformato mirabilmente in forme e colori, che hanno dato vita a uno scenario paesaggistico di potente forza espressiva e di notevole impatto visivo”.

Il grande dipinto è stato collocato nell’ “Aula di Pittura” del Liceo Artistico “Benedetto Varchi” di Montevarchi, dove resterà esposto, con accanto la nota critica di Francesco Granatiero che riportiamo integralmente.

Mariantonietta Di Sabato

REMINISCENZA

L’opera dal titolo ‘Reminiscenza’ è stata realizzata dal prof. Matteo Paolantonio, docente di Discipline Grafiche e Pittoriche del Liceo Artistico Benedetto Varchi per il Liceo stesso.

Il dipinto è una tecnica mista su tavola, di dimensioni 400 x 200 cm. ed è stata collocata nel Laboratorio di Pittura della Scuola.

Per l’occasione lo scrittore-saggista Francesco Granatiero ha composto una nota critica che riportiamo integralmente.

L’imponente dipinto “Reminiscenza” del prof. Matteo Paolantonio: un sentito omaggio alla Puglia ed alla Toscana

“Reminiscenza” è il titolo alquanto eloquente della imponente opera pittorica (tecnica mista su tavola; cm 400 x 200), che verrà collocata nell’ “Aula di Pittura” del prestigioso Liceo Artistico “Benedetto Varchi” di Montevarchi (AR). Istituto dove, da diversi anni, come è noto, insegna Matteo Paolantonio (Manfredonia 1970) ossia l’autore dell’appena nominato quadro. Affermato professionista, che “ha esposto in numerose rassegne e mostre personali in Italia e all’estero”, come riportato nella parte conclusiva della sezione “biografia” del suo sito web www.matteopaolantonio.it.

Pittore di rango, pertanto, presente in importanti cataloghi d’arte. Ma voglio tornare velocemente all’opera in questione. In essa il potere evocativo dei ricordi si è trasformato mirabilmente in forme e colori, che hanno dato vita ad uno “scenario paesaggistico” di potente forza espressiva e di notevole impatto visivo. Un grande quadro, perciò, in cui sono raffigurati vari elementi richiamanti le caratteristiche stilizzate di taluni paesaggi pugliesi e toscani. Lo scopo fondamentale di questa opera è, difatti, quello di omaggiare degnamente la Puglia e la Toscana, che corrispondo rispettivamente alla terra di nascita ed a quella di adozione del Paolantonio.

Ad ogni modo, cercherò ora di entrare un po’ più nel dettaglio, e ciò partendo dal grosso albero (verosimilmente di ulivo), in primissimo piano, sorretto da robuste radici. Sì, ma con pochi rami frondosi. Peculiarità quest’ultima, che potrebbe far pensare ad un piccolo “elemento rilevatore” attinente alla cosiddetta “memoria autobiografica”. Mi riferisco specificatamente all’inconscia raffigurazione di una parte di quel “bambino interiore” presente in ognuno di noi e, quindi, anche in questo raffinato artista, che, a distanza di pochi anni, ha subito la dolorosa perdita di ben tre componenti della famiglia di origine. A tal proposito, mi sovviene questo splendido aforisma di quel finissimo critico d’arte che fu il Bozzelli *: <<Essere pur vero sovente che le muse non cessano di dare i consueti oracoli quando le tempeste della vita han ridotto in rovina i loro tempi>>. E questo, a ben riflettere, è quello che, in un certo qual modo, è accaduto anche al Paolantonio. Pittore di “razza speciale”, come lo definì, nello scritto “La vocazione di Matteo”, l’illustre Prof. Vittorio Santoianni dell’Accademia di Belle Arti di Firenze. Importante istituzione culturale dove questo ammirevole artista si è formato.

Adesso, però, voglio soffermarmi rapidamente sul titolo del catalogo della mostra di esordio del Paolantonio. Volumetto illustrativo del 1996 intitolato “Matteo Paolantonio – Vedute di paese” (Centro Arte Contemporanea del Comune di Montecatini Terme). Pubblicazione in cui è presente anche il summenzionato testo del Santoianni. Dunque, il riferimento alla denominazione di quella mostra non è affatto casuale. Ciò in quanto, quelle “vedute di paese”, con il trascorrere degli anni, sono divenute profonde e larghe “visioni pittoriche” di impressionante intensità. Sì, ma quasi tutte riconducibili al “paesaggio” ovvero a quello che rimane pur sempre il soggetto preferito del Paolantonio. Eppure, la più recente produzione pittorica di questo eccellente artista sembra principalmente rivolta al “paesaggio interiore”. Certo, ma esso non è mai particolarmente surreale e di colori spenti, come, ad esempio, quello dell’ultima fase della carriera artistica del famoso pittore statunitense William Grosvenor Condgon (Providence 1912 – Milano 1998). Tuttavia, voglio ritornare a focalizzare l’attenzione, seppur brevemente, sul dipinto “Reminiscenza”. Opera eseguita con rara abilità, sebbene di grandi dimensioni. Lavoro d’arte in cui è riscontrabile una straordinaria movenza ritmica delle figure, nonché una efficacissima armoniosità cromatica. Pregevole dipinto in cui è possibile percepire, inoltre, una sintesi compositiva, che sembra in continuo divenire sotto l’impulso di una spiritualità profonda ed inquieta. La stessa presente nelle larghe pennellate, che si rincorrono freneticamente per l’impellente esigenza di trovare una risposta alla propria inquietudine esistenziale. Ciò nonostante, il Paolantonio cerca ancora di celebrare, con la inimitabile forza generatrice della sua tavolozza, la vita ed i suoi innumerevoli colori, che sono tutti, ma proprio tutti, inevitabilmente riconducibili alla più intima personalità di questo singolare artista.

Nel concludere la presente nota, desidero riportare questa magnifica massima dello psicologo e filosofo statunitense William James (New York 1842 – Tamworth 1910): <<L’uso migliore della vita è di spenderla per qualcosa che duri più della vita stessa>>. Ebbene, la maggior parte delle opere prodotte da Matteo Paolantonio, ivi compresa, dunque, quella che ho appena finito di descrivere (spero in modo, pur nella sua brevità, adeguato) ovverosia “Reminiscenza”, è certamente destinata a sopravvive a sé stessa ed all’insigne artista, che l’ha originata.

Francesco Granatiero

(Disegnatore, saggista ed esperto di Storia della satira)

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* Francesco Paolo Bozzelli (Manfredonia 1786 – Napoli 1864). Giurista, filosofo, politico e critico d’arte.

 

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