Giovedì 26 Dicembre 2024

Designazione scrutatori al referendum in ordine sparso

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È LA SOLITA rancida tiritera che si ripete ad ogni appuntamento elettorale: il metodo di designazione degli scrutatori da assegnare ai vari seggi elettorali. Il teatrino di come procedere alla scelta degli scrutatori si è ripresentato in tutta la sua folcloristica sceneggiata in questa vigilia di consultazioni referendarie.

COME NOTO, il prossimo 12 giugno l’elettorato italiano sarà chiamato ad esprimersi sui referendum sulla giustizia; in più, in mille comuni italiani si voterà anche per il rinnovo dell’amministrazione comunale. A Manfredonia gli elettori dovranno pronunciarsi solo per i referendum. In ogni caso dovranno essere organizzati i seggi elettorali e dotarli del personale addetto alle operazioni previste. Oltre ai presidenti la cui nomina è di competenza della corte d’appello competente per territorio, occorrerà designare gli scrutatori nel numero di quattro per sezione. A Manfredonia le sezioni elettorali sono 59 eppertanto occorreranno altrettanti presidenti e 236 scrutatori, ai quali si aggiungerà il segretario di sezione di nomina personale del presidente di seggio prima dell’insediamento. La spesa è per ciascun presidente di 130 euro e per ciascun scrutatore di cento euro.

L’APPUNTAMENTO per la scelta degli scrutatori si veste sempre di incognite. Dovrebbe essere l’operazione più semplice e scontata tenendo presente l’attività da svolgere. Invece è l’occasione in cui la politica si riprende la scena approfittando della circostanza che sotto il profilo normativo, la scelta degli scrutatori è lasciata alla libera discrezione della Commissione elettorale che salvo l’inclusione nell’albo degli scrutatori, non individua alcun criterio per la loro scelta.

LA COSA più semplice sarebbe quella di estrarre a sorte i nominativi degli scrutatori dall’albo comunale. Ma così non è. I partiti, almeno non tutti, colgono l’occasione per esprimere delle preferenze personali nell’ambito dei nominativi compresi nell’albo. Eppertanto rifiutano l’estrazione unica generale. Una tale esplicita accusa muove il movimento “Molo 21” all’amministrazione Rotice: «non intende procedere – scrive in una nota – con il sorteggio tra gli iscritti all’albo degli scrutatori ma vuole utilizzare un metodo ancestrale, ossia la nomina diretti degli scrutatori da parte delle forze politiche. Eravamo certi – spiega – che l’Amministrazione Rotice avrebbe condiviso con le forze politiche un metodo diverso e più trasparente, atteso che, il sindaco Rotice, in merito, durante la campagna elettorale delle amministrative chiedeva agli altri candidati sindaci di “superare il modus operandi delle scelte discrezionali e precostituite”. È il sindaco ad aver cambiato idea oppure il sindaco non è in grado di gestire le “esigenze” della sua maggioranza?». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la lista “Progressisti dem” e il “M5S” che hanno annunciato di procede alla scelta dei propri rispettivi 13 scrutatori con il sorteggio pubblico ognuno per sè.

PER TANTI aspetti, anche questo semplice obbligo istituzionale avulso da implicazioni politiche specifiche, attesta come i conflitti elettoralistici siano ancora presenti ed operanti e quanto impervia sia la strada del risanamento morale della città.

  Michele Apollonio

 

 

 

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