I tepori climatici avanzano. Maggio prepara la volata verso la “bella stagione”. Tempo d’estate, tempo di mare. Le riviere si animano di attività organizzative delle spiagge. Manfredonia con la sua marina affacciata sul golfo adriatico, è storicamente un centro votato ai “Bagni”. La spiaggia “cittadina” all’ombra del Gargano e, più da presso, del castello manfredino, cinta da un duplice filare di pini, accoglieva i bagnanti del luogo e provenienti dai centri viciniori. Il mare limpido e accogliente. La sequenza di foto d’epoca evidenzia l’evolvere dell’assetto della spiaggia ancora oggi stabilmente frequentata. Siponto con il suo spazioso arenile che cinge la cornice del golfo, doveva esplodere molto dopo man mano che la primitiva borgata si andava trasformando in un lido ridente di profumi e colori che emergevano tra le ville che come una marea si erano accresciute mescolandosi con l’abitato di Manfredonia. Quel litorale divenne ben presto un fiore all’occhiello della riviera. Le dotazioni balneari sono andate moltiplicandosi “colonizzando” tratti di spiaggia sempre più a sud, mentre l’arco del golfo si è arricchito di villaggi turistici e strutture balneari di grande pregio. Un eden marinaro, vacanziero, che ha richiamato folle di bagnanti e turisti anche provenienti dall’estero. Solo allora ci si accorse del Candelaro. Un torrente che, proveniente dall’hinterland provinciale, sfocia nel bel mezzo del golfo di Manfredonia con tutte le conseguenze proprie di un corso d’acqua che attraversa centri abitati e campagne trascinando a mare tutto quello che si può immaginare. Una spina nel fianco. Una spada di Damocle sempre pronta a scattare. Da quella foce più di una volta si sono riversarti in mare liquami che hanno creato difficoltà alla balneazione. Non sono mancati i divieti di balneazione sia pure temporanei. Clamoroso lo sversamento di ferragosto 2018 quando la gran parte dello specchio di mare del golfo divenne marrone con conseguente brusca interruzione della stagione balneare. Nel tempo sono stati operati, sulla spinta delle proteste generali, vari interventi mirati a mettere al riparo il mare del golfo e dunque la balneazione, che tuttavia non garantiscono la sicurezza assoluta. Ci sono troppe incognite che agiscano su quel torrente che per 67 chilometri attraversa un bacino idrografico di 1.780 chilometri quadrati nel quale scorrono vari corsi d’acqua nei quali sversano 176 impianti di depurazione dei quali 33, ha appurato l’Arpa Puglia, non sono a norma; altri otto agglomerati urbani, tra cui Manfredonia, sono interessati da procedura di infrazione. Alla vigilia della stagione balneare 2022, gli addetti alla balneazione, la maggiore attività economica del golfo, devono affidarsi alla buona sorte e ai controlli dell’Arpa Puglia, per portare avanti serenamente le proprie attività. Un problema che viene da lontano che meriterebbe un’adeguata attenzione: la tecnologia offre supporti decisivi per aggirare un pericolo reale che per tanti versi costituisce un serio ostacolo a possibili sviluppi del litorale.
di Michele Apollonio
Il candelaro e’ da decenni abbandonato idem Manfredonia. Risolvere il problema dello sversamento delle acque sporche dovrebbe essere la priorita assoluta dei politici di Manfredonia e non girarsi dall’altra parte. Provare a creare un consorzio, di cui Manfredonia dovrebbe essere non solo promotrice ma anche pilota e maggiore azionista di detto consorzio,tra tutti i comuni che fanno confluire dette acque nel candelaro proprio per gestirle in modo piu’ responsabile.