Mercoledì 13 Novembre 2024

E’ la casa il problema che angoscia

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In arrivo 18 alloggi popolari

IL FUOCO covava sotto la cenere ed era ragionevole attendersi che esplodesse in tutta la sua virulenta drammaticità. Si tratta del problema casa, bene primario per eccellenza, che a Manfredonia si tinge di aspetti paradossali. La città è piena di cartelli che segnalano alloggi liberi, in vendita o in locazione; le numerose agenzie immobiliari espongono bacheche zeppe di annunci di abitazioni libere; sorgono nuovi quartieri a visata d’occhio; eppure… Eppure c’è chi non riesce a trovare casa per una miriade di motivi tra i quali primeggia quello di una non adeguata disponibilità economica per acquistare casa o in seconda battuta, fittarla. Caso estremo è quello delle famiglie che attendono la casa popolare. C’è una graduatoria, ma non ci sono le case. Sono alcuni decenni che l’Arca, l’Agenzia regionale per la casa e l’abitare, non costruisce, a Manfredonia, alloggi di edilizia residenziale pubblica.

PIU’ CHE naturale che da parte «delle tantissime famiglie della graduatoria delle case popolari» montasse la protesta espressa in una lettera al «nuovo sindaco». Protesta che una signora ha manifestato in termini esasperati nel corso di un consiglio comunale e rincarata in una intervista realizzata da un cronista di una emittente locale. Pasqua, la donna appunto protestataria, priva di tutto è costretta a vivere in una automobile. A dare riscontro alla confessione della donna l’assessora al welfare Grazia Pennella, con una dettagliata elencazione dei supporti anche economici elargiti alla signora Pasqua, dai Servizi sociali comunali. L’assessora nel confermare che la signora Pasqua «risulta avere diritto sia alla copertura del deposito cauzionale, sia alla morosità incolpevole» che assicurano «la certezza al pagamento del canone di locazione per più di due anni», fa «appello ai proprietari di immobili liberi, affinché con tali garanzie, si possa giungere alla definizione di questa emergenza familiare e assicurare con il contributo della stessa amministrazione, un tetto ad una famiglia fortemente bisognosa».

UN COMUNICATO diffuso sui social e censurato aspramente dal gruppo dei consiglieri comunali di minoranza che vi hanno ravvisato una «gravissima violazione della privacy» allorché rilevano come «l’amministrazione anziché riflettere sulle problematiche vissute da alcune fasce particolarmente fragili che non possono permettersi nemmeno un tetto, hanno scatenato un’incredibile e paradossale reazione di discolpa». E rammentano «il divieto previsto dall’art. 26, comma 4, del d. lgs. n. 33/2013 di diffondere per finalità di trasparenza dati identificativi di soggetti beneficiari di contributi economici da cui si possano desumere informazioni relative alla situazione di disagio economico-sociale degli interessati a tutela della dignità, dei diritti e delle libertà fondamentali dell’interessato. Il problema – conclude la nota – non è l’inesperienza nel governare, ma l’evidente incapacità nel gestire la comunicazione ufficiale».

PER QUESTE famiglie in difficoltà economica l’aspettativa di un alloggio diventa un miraggio. Quegli appartamenti che potrebbero fare alla bisogna, sono di difficile recupero. «Chi vi abita frappone mille difficoltà per le quali venirne a capo diventa farraginoso con esiti improbabili» rileva l’assessore alle opere pubbliche, Angelo Salvemini, che ha rivelato che l’Arca ha in programma la costruzione a Manfredonia di 18 alloggi di edilizia residenziale. Una prospettiva a lungo termine che non cambia di una virgola la situazione emergente che rimane critica.

Michele Apollonio

 

 

 

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