Giovedì 21 Novembre 2024

Ma è il lavoro che latita

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LSU e RdC per una illusoria sopravvivenza

L’INPS si è impegnata a corrispondere ai 115 lsu in forza al comune il pagamento delle indennità non versate negli ultimi quattro mesi. È l’unica buona notizia sul fronte della occupazione fornita dall’assessore al personale Libero Palumbo rispondendo ad una interrogazione della consigliera Maria Teresa Valente che chiedeva cosa ha fatto l’amministrazione comunale dopo gli annunci trionfalistici della stabilizzazione di uno solo dei 100 lsu ancora sospesi e in attesa della loro immissione in ruolo. «Siamo in attesa delle decisioni del Ministero al quale abbiamo inviato i nominativi per i quali si chiede la stabilizzazione» ha riferito l’assessore che ha avvertito come è probabile che non tutti i cento vengano dichiarati idonei alla stabilizzazione. «È probabile che qualcuno non lo sia» ha osservato Palumbo. «In tal caso in considerazione del servizio prestato per 25 anni, l’amministrazione troverà la maniera per non lasciarli indietro».

L’AUSPICIO è naturalmente che si trovino le giuste misure per azzerare una situazione per tanti aspetti sconfortante per gli interessati che hanno prestato il proprio lavoro anche oltre le dodici ore settimanali per le quali percepivano l’indennità dell’Inps aggirantesi sulle 600 euro mensili. Tant’è che è stato chiesto che intervenga l’amministrazione comunale a integrare quell’indennità e rendere meno precarie le rispettive condizioni economiche. Cosa non facile stante le condizioni finanziarie in cui versano le casse municipali.

PER CERTI versi gli lsu avviati ormai all’assunzione in ruolo del posto di lavoro, sono ritenuti fortunati rispetto a chi, e la platea è fittissima, non ha una occupazione, non l’ha mai avuta, né la intravvede in un prossimo futuro. In qualche modo ha sopperito il cosiddetto reddito di cittadinanza introdotto con decreto-legge del gennaio 2019, come misura di contrasto alla povertà, un sostegno economico finalizzato al reinserimento nel mondo del lavoro e all’inclusione sociale. In media è di circa 600 euro.

I PERCETTORI di reddito di cittadinanza a Manfredonia sono 4.527. Il numero lo ha fornito l’assessore Palumbo rispondendo ad una interrogazione rivolta all’amministrazione Rotice, dal consigliere di minoranza Michele Iacoviello che chiedeva altresì di sapere se l’amministrazione comunale ha già o ha intenzione di attivare i PUC ed eventualmente pere quali settori è orientata a realizzati. I PUC, ovvero “Progetti utili alla collettività” che possano coinvolgere persone che beneficiano del Reddito di Cittadinanza sul territorio. Iacoviello ha ricordato il decreto del Ministero del lavoro che detta le condizioni di applicazione del PUC la cui titolarità dei progetti specifici spetta al Comune e i beneficiari del reddito di cittadinanza hanno l’obbligo di partecipare senza tuttavia precludere la ricerca di un lavoro da parte del Centro impiego. Così la carta ministeriale. La realtà è ben diversa. Il comune di Manfredonia, ha riferito l’assessore, ha predisposto due soli progetti che prevedono ciascuno l’impiego di cinque percettori di reddito di cittadinanza. Che a questo punto si configura come un mero sussidio per il sostentamento economico. Quanto basta ai percettori per accontentarsi e stare alla larga da eventuali offerte di lavoro. Che pare non mancano ma rimangono senza risposta.

  Michele Apollonio  

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