La Guardia Costiera intensifica i controlli
IL GUSTO del proibito. Nel vasto e vario campionario il riccio di mare occupa uno dei primi posti. È infatti tra i più predati da alcune specie marine ma soprattutto dall’uomo. La foltissima foresta di aculei consiglierebbe di girare alla larga, ma la prelibatezza del contenuto fa superare ogni ostacolo. Anche quello sempre vigile dei tutori dell’ecosistema marino, vale a dire i militari della Guardia costiera, pronti ad intervenire a bloccare le razzie da parte di pescatori di frodo.
GLI ULTIMI due interventi, in ordine di tempo, rispettivamente nel mare antistante il porticciolo di Mattinata, e nella parte esterna del molo di levante del porto peschereccio di Manfredonia. Nell’uno e nell’altro caso i militari hanno interrotto una attività di pesca illecita di ricci marini. Alla conta degli esemplari pescati e riposti nelle rispettive automobili dei pescatori di frodo, oltre un migliaio, ma sarebbero stati molti di più se non fossero intervenuti i militari della Guardia costiera di Manfredonia. Secondo una statistica della Capitaneria di porto di Manfredonia che coordina le operazioni con il 6° Centro di controllo area di pesca della Direzione marittima di Bari, dal 2020 ad oggi sono oltre dodicimila gli esemplari di ricci di mare sequestrati e rigettati in mare.
VA DETTO che per la maggior parte, se non in toto, i pescatori che si dedicano alla cattura di frutti di mare e dunque non solo ricci, ma anche datteri, lungo le scogliere del golfo garganico, vengono dell’area del nord barese. Una depredazione continua che danneggia l’ecosistema marino sottocosta. Speciale attenzione viene posta, con l’approssimarsi della stagione estiva, alla cattura dei datteri di mare particolarmente insidiosa e rovinosa: quei ricercatissimi molluschi bivalvi chiamati datteri per la loro somiglianza al dattero vegetale, vivono incastrati nella roccia calcarea sommersa, per raggiungere la lunghezza di 5 centimetri occorro 35 anni. Per catturarli occorre frantumare la scogliera utilizzando anche i martelli pneumatici, con quali danni alla scogliera e all’ecosistema è facile immaginare.
RICCI E DATTERI di mare sono particolarmente ricercati per il loro indiscutibile gusto raffinato eppertanto sono fortemente richiesti sui mercati in particolare del barese dove è molto spiccata la cultura per il crudo di mare. Di qui l’interesse dei cercatori di quei prodotti del mare che non si fermano neanche di fronte alle sanzioni pecuniarie che per quanto possano essere salate (ai due ultimi pescatori di frodo sono state comminate complessivamente 4 mila euro di multa) sono ben inferiori alle somme che ricavano con la loro vendita al minuto. Da più parti si chiedono sanzioni più significative e penalizzanti anche con il carcere come è avvenuto in Campania dove per la pesca illegale di datteri sono stati chiesti dodici anni di carcere. E se la pesca dei ricci di mare è soggetta a specifiche normative che prevedono, al fine della tutela della risorsa ittica, il fermo biologico per i mesi di maggio e giugno, per i datteri è completamente interdetta la pratica della pesca. A buon intenditor…
Michele Apollonio