Mercoledì 13 Novembre 2024

Le Fracchie di San Marco in Lamis, fuoco di speranza

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I riti della Settimana Santa che preannunciano la Pasqua di Resurrezione, sono rappresentativi oltre che del sentimento religioso, della cultura delle comunità che li esprimono. Una carrellata di vitalità e di speranza spesso colorata di folklore in ogni caso funzionale all’evento. Fra queste il rito delle fracchie di San Marco in Lamis si segnala per la spettacolarità scenica che tuttavia non adombra, anzi ne esalta i contenuti, la forte emozione religiosa che la anima. Non è un caso che folle di fedeli non solo dell’hinterland daunio, sono attratte da quella intensa rappresentazione liturgica della passione di Gesù sintetizzata nel fuoco fiammeggiante delle fracchie, parte integrante della processione momento clou del rituale pasquale. Un rito-spettacolo senza pari e dai profondi significati religiosi. Quest’anno l’attesa per l’evento è stata rinvigorita da due anni di sosta forzata causa la pandemia. E dunque la processione delle fracchie si ripresenta per le vie della cittadina garganica in tutta la sua intensità. In perfetta continuità dal XVIII secolo quando fu necessario illuminare il percorso della Madonna Addolorata per la morte del figlio Gesù. La chiesa dedicata per l’appunto alla Madonna Addolorata, si trovava fuori l’abitato eppertanto per rischiarare il percorso si pensò bene di accendere dei fuochi a mo’ di torce portatili. Col tempo quell’idea artigianale di illuminare il percorso della processione con delle fascine di legna, si perfezionò e si sviluppò dando luogo alla fracchie, ovvero fasci di assi di legna affastellati recuperati nei boschi garganici. Man mano sono divenute sempre più voluminose e spettacolari. I costruttori, essenzialmente boscaioli e commercianti di legname, hanno fatto a gara a chi la realizzava più maestosa: ce ne sono state di due metri di diametro. Anche la tecnica di costruzione si è perfezionata: il tronco principale di castagno o quercia viene aperto longitudinalmente e riempito di pezzi di legna scelti con cura in modo che brucino senza fare fumo. Per trasportarle è stato necessario assicurarle ad assi con ruote in ferro. Ma non hanno soppiantato quelle sorrette a braccio. Diverse decine di fracchie fra piccole e grandi a scortare la Maddonna Addolorata e Cristo morto fra ali di folla affascinata. Ieri come oggi. Un rito prodigioso che va oltre la sua valenza di devozione cui fa da surreale prologo un’altra processione che si svolge nel silenzio dell’alba con la sola Madonna Addolorata simbolicamente alla ricerca del Figlio morto, appena sfiorata dal canto sommesso dello Stabat Mater dei fedeli al seguito. A sera l’epilogo. Le fiamme imponenti che si levano alte dalla fracchie e si perdono nel cielo, rivelano tutta la drammaticità di un evento che la chiesa cattolica perpetua da duemila anni. Un patrimonio di fede, di cultura e di speranza straordinario che richiama a gran voce valori fondamentali del vivere quotidiano sempre più condizionato da eventi che mostrano la parte peggiore dell’umanità.

Michele Apollonio

Foto Arianna Di Bari

 

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Capitanata · Eventi · News

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