Un Parco Naturale e Archeologico da scoprire , proteggere e valorizzare
L’area di Siponto, attrezzata a Pineta negli anni della fondazione della moderna Siponto è quanto rimane di una superficie archeologica di straordinaria valenza storica , che si estendeva senza soluzione di continuità fino alla Località Mascherone , dove l’archeologa Catherine Delano Smith individuò il luogo dove vi era una straordinaria villa romana di cui rimangono, solitari e sommersi indecentemente dai rifiuti i resti delle possenti mura in opera reticolata. La Delano Smith sostenne che la Villa di Località Mascherone era del tutto simile a quella che Plinio il Giovane fece costruire ad Ostia (Catherine Delano Smith: “Daunia Vetus”).
In particolare, l’area interessata, quella della Pineta, ha restituito i resti di un ipogeo paleocristiano del V Sec. (Scoppa 1), e i resti di una chiesa paleocristiana del VI Sec. attribuita al Vescovo Lorenzo Maiorano e dedicata ai protomartiri Stefano ed Agata (Scoppa 2). In quest’ultimo (detto erroneamente ipogeo) è affiorato un frammento di uno splendido mosaico policromo , coevo alla chiesa di Lorenzo e appartenente ad una scuola di artisti bizantini che in quel periodo operarono in Puglia, e che hanno forse anche realizzato quello splendido mosaico della Basilica paleocristiana (ormai ex) dell’area della
Santa Maria di Siponto i cui resti sono stati sistemati sulla parete laterale sinistra della stessa Basilica.
Sempre in questo ipogeo si possono intravvedere dall’esterno una serie di basi di colonne e soprattutto di tombe sub divo , sperse anche nell’intorno.
Sicuramente questa chiesa si estendeva oltre la strada , oggi detta degli Ipogei e si prolungava fino all’interno della pineta, come stanno a dimostrare molti frammenti di mosaico inseriti proprio al disotto del muretto di recinzione. E’ da ricordare che le chiese paleocristiane erano abbastanza grandi, dotate di colonne e capitelli, navate ed absidi con tutti i corredi architettonici. Lorenzo Maiorano è noto come un grande costruttore di chiese.
Di un’altra chiesa paleocristiana , dedicata a San Pietro ,attribuita al Vescovo Felice, si hanno frammentarie ma precise notizie e che doveva sorgere lungo il Canale delle ecque alte.
L’altro Ipogeo (Scoppa 1), è quello che si trova all’interno della pineta . Questo Ipogeo presenta all’interno, una serie di loculi bisomi con arcosoli ( sei da un lato e sei dall’altro, con un ambulacro centrale. Le tombe circa una ventina, alcune delle quali distrutte,ma ancora leggibili.
Questi due Ipogei, come quelli sotto la chiesa parrocchiale, sono resi fruibili dall’Archeoclub Siponto dopo un colpevole abbandono durato decenni e restituiti alla fruibilità culturale , ridando così la loro dignità perduta.
Sulle superfici esterne ai due ipogei e confinanti con il Canale delle Acque alte, sono individuabili coperchi di sarcofagi, romani e paleocristiani. Uno di questi, adagiato sul prato è di sicuro interesse storico e archeologico (è stato oggetto di una mia ricerca e di un mio articolo pubblicato), è un unicum sia per la forma che per un foro passante inserito nella pietra).
La presenza inoltre di loculi sub divo tagliati al tempo della costruzione del Canale delle acque alte e ben visibili, danno la certezza che l’area sepolcrale e religiosa che insisteva in tutta l’attuale Siponto era vastissima.
Sappiamo che sotto la chiesa moderna di Santa Maria Regina sono stati scoperti due ipogei, che sono straordinariamente interessanti. Uno di questi si ritiene una vera e propria chiesa rupestre del primo cristianesimo.
Sappiamo ancora (Marina Mazzei: Siponto Antica) che al di sotto del campo da tennis ci sono due grandi ipogei collegati , con camminamenti, ad altre strutture ipogeiche al di sotto di edifici costruiti dal Consorzio di Bonifica e oggi utilizzati per attività commerciali e che sfociano nella Pineta.Cosi come un altro grande ipogeo ancora perfettamente conservato, è stato individuato,qualche anno fa in seguito a dei lavori per l’installazione della tubazione del metano, al di sotto lel Museo Etnografico di Siponto, e il cui ingresso è stato chiuso.
Tornando alla Pineta, da documenti storici ben circostanziati, si apprende che l’area sepolcrale identificata e non tutta completamente indagata della Siponto moderna,andava dalla marina fino alle mura di cinta della città romana e medievale. Da una lettera dell’allora Soprintendente onorario Can. Prof. Silvestro Mastrobuoni,inviata al Soprintendente Schettini e datata 18/2/1954 si apprende che . “….Altri ambulacri scavati lungo la via degli Ipogei e un numero imprecisato sotto l’attuale campo da tennis, tutti disseminati tra le mura e il mare, sulla cui riva sono evidenti resti di un arcosolio…..Ancora venti e piu tombe intatte …si notano nella pineta.”
A pochi , inoltre, è nota la passeggiata archeologica che porta verso la basilica di Siponto, e che confina con i poderi vicini al Canale delle Acque Alte. Si può ancora individuare, un nimphaeum di epoca romana per la raccolta e lo smistamento delle acque.
Della Villa Romana abbiamo parlato..nella zona Mascherone.
La Pineta di Siponto va quindi protetta e difesa , perché deve essere riscoperto ciò che ancora esiste nel sottosuolo . E riqualificata anche dal punto di vista del verde: un vero e proprio Parco Naturale ed Archeologico, recintato come si deve come tutti i Parchi naturali e non con delle ridicole transenne di legno: con un controllo degli ingressi per evitare che , come lo è adesso sia utilizzata come discarica, pista da motocross, deposito di rifiuti vari anche pericolosi , eccetera. Ma al contrario, utilizzata come polmone e spazio verde e sito archeologico dove ospitare anche manifestazioni culturali di alto livello (Teatro, balletti Classici,Concerti di musica classica, ecc.). Il successo delle quattro “ Via crucis Viventi “ rappresentate all’interno della Pineta e sulle aree circostanti, ne danno la conferma.
E ancora se facessimo, della Siponto Moderna un vero e proprio Museo Diffuso ?
Queste idee sono il frutto di un impegno dell’Archeoclub di Siponto, e di un lavoro di tutela e riscoperta e diffusine della conoscenza del territorio sipontino e maggiormente adesso, che è nata la nuova realtà “Archeoclub Siponto – Monte Sant’Angelo” ,con un nuovo Direttivo che erediterà e metterà in essere tutti questi progetti nati da un lavoro costante, seriio e diretto a tutti, senza distinzione e in maniera gratuita.
Perché questo nostro lavoro, ripeto, decennale, non sia stato vano e per confermare il nostro proposito di portalo avanti concretizzandolo come progetto più generale, abbiamo informatogià da quasi un anno , a mezzo lettera,sia la Soprintendenza, il Comune di Manfredonia che il Consorzio per la Bonifica di Capitanata.
E’ chiaro che saremo oltremodo vigili su qualsiasi altra iniziativa che per Siponto, non sia quella della valorizzazione del suo patrimonio storico, culturale ed ambientale.Le nostre idee le difenderemo con decisa determinazione . Sia chiaro chiaro a tutti.
Aldo Caroleo “ Archeoclub di Siponto –Monte s.Angelo aps “