Un suntuoso “Sportello accoglienza” in vece di di medici e servizi
«L’IMMAGINE che ormai ci siamo fatti è quella di un tiro a segno ove di quando in quando il tiratore centra il bersaglio e lo manda giù». La suggestiva quanto disarmante rappresentazione è di un candidato-paziente dei servizi ospedalieri offerti dal nosocomio San Camillo De Lellis di Manfredonia, e si riferiva alle ormai ricorrenti soppressioni di servizi disponibili al presidio ospedaliero sipontino facente parte della Asl Foggia. In particolare, all’ultimo bersaglio colpito e mandato giù, vale a dire quello che è stato il centro diabetologia ormai declassato ad ambulatorio di diabetologia. Ad accorgersi di tale nuova contrazione quei pazienti che usufruivano di quel servizio fondamentale per una vasta platea di cittadini. Tanto, servizio più servizio meno… In quel centro si eseguivano tra le 3.500 e le 5.000 prestazioni. Non bastavano a giustificare la sussistenza del presidio? Ora gli aventi bisogno dovranno accontentarsi dell’ambulatorio dove peraltro il servizio è a mezzadria con altri servizi cui deve badare un solo medico.
A PARTE i poveri pazienti che dovranno affannarsi ad adeguarsi ad un servizio necessariamente problematico, non c’è stata nessuna reazione, alcuna parola da parte delle “autorità competenti e preposte”. Neanche da quei “difensori d’ufficio” con eventuali comunicati d’ordinanza che fanno il tempo che trovano. Però, in compenso, il presidio ospedaliero di Manfredonia è stato dotato di un efficiente “Sportello accoglienza” con un «operatore a disposizione dell’utenza per orientarla e agevolarla nella fruizione dei servizi.
«E GIA’ – è tra i commenti sui social – sono tanti i reparti e i servizi disponibili che occorre qualcuno faccia da guida…». E ancor più brucianti sono i commenti alle motivazioni poste dall’Asl dello “Sportello accoglienza: «A riqualificare – è stato spiegato – i percorsi di accoglienza all’interno delle sedi aziendali attraverso la riprogettazione degli spazi comuni, l’omogeneizzazione della segnaletica e la formazione degli operatori secondo il modello “multitasking”. Il tutto – è aggiunto ancora – in un’ottica di umanizzazione dell’assistenza e di miglioramento delle esperienze di cura nella loro totalità».
FUMO per nascondere il vero problema peraltro ben noto, cioè la dotazione del personale medico, della strumentazione necessaria, per attivare e rendere operativi reparti e servizi. La Sanità, quella che occorre a chi ha bisogno dei servizi previsti spesso vitali per chi ci capita, è ben altra cosa. O quanto meno viene prima dei percorsi e della segnaletica. E a Manfredonia quanto meno, si è lontani da quegli standard che garantiscano una assistenza accettabile. Anzi a poco a poco il San Camillo ne è stato allontanato privandolo di quei presupposti che ne fanno un nosocomio alla deriva. I vari responsabili municipali susseguitisi alla guida dall’assetto politico-amministrativo locale, hanno preso atto degli scippi che di volta in volta sono stati effettuati. Un settore oscuro sul quale non si è mai indagato. A questa amministrazione comunale un mese fa venne proposta in consiglio comunale la istituzione di una commissione speciale col compito di effettuare una ricognizione analitica sul settore. Purtroppo posizioni politiche contrapposte hanno avuto il sopravvento su un problema che interessa tutta la popolazione a prescindere dal colore politico. Non se ne è fatto nulla. Si è preferito non accendere i riflettori, mantenere il buio e consentire che lo stillicidio sull’ospedale prosegua.
Michele Apollonio