Giovedì 26 Dicembre 2024

Non c’è pace per la nostra martoriata Manfredonia. Ieri l’EniChem, oggi l’Energas DIFENDIAMOLA (VIDEO)

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Il 5 marzo 1989, Manfredonia si mobilita per protestare vibratamente contro la decisione dell’EniChem di installare nell’interno dello stabilimento un inceneritore per abbattere le scorie prodotte dalla lavorazione del caprolattame. Una mobilitazione epocale, mai vista prima, che ha portato a scendere in piazza oltre diecimila cittadini, dal più piccolo al più anziano, sindaco in testa. Per la prima volta nella storia, la partecipazione dei rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Consiglio comunale, per denunciare un altro grave sopruso che si voleva perpetrare nei confronti della città, già duramente provata dai numerosi incidenti che detto stabilimento, costruito a meno di un chilometro dal centro abitato, aveva provocato, il più grave, nell’impianto ammoniaca. A causa di un improvviso cedimento dovuto a stress di corrosione, saltava la colonna di assorbimento di anidride carbonica, inserita nell’impianto del gas di processo per la produzione di ammoniaca. L’esplosione provocava il distacco della parte terminale della colonna (alta dodici metri) con la conseguente fuoriuscita di circa 60 ton. di anidride arseniosa, sostanza che si disperdeva nel terreno, nell’aria e nel mare per un raggio di oltre due chilometri, provocando un danno ambientale di vastissime proporzioni. Una marcia lunga qualche chilometro che, partendo da Piazza Giovanni XXIII, si portava nei pressi dello stabilimento EniChem per dimostrare contro scelte scellerate fatte dallo Stato, senza, peraltro, tener conto della volontà del popolo sovrano. Il caso “Manfredonia”, iniziato con il paventato attracco della nave dei veleni, è scoppiato in qualcosa di più complesso, lo smantellamento dell’inceneritore e il netto rifiuto da parte dell’EniChem, affinché la Commissione tecnico-scientifica nominata dal Consiglio comunale di Manfredonia avesse libero ingresso nell’interno dello stabilimento. Questo ed altro, è contenuto  in un docu-film amatoriale “Difendiamo Manfredonia”, che abbiamo realizzato durante la manifestazione di protesta, 33 anni fa, che desideriamo offrire alla visione dei nostri affezionati Lettori, al fine di inculcare negli stessi e nelle nuove generazioni il principio che la civiltà di un popolo si misura dalla forza che esso riesce ad imprimere nel difendere, conservare e tramandare ai posteri l’arte, la cultura e le tradizioni del proprio territorio, in primis, la tutela della salute di chi vi abita. Solo così è possibile superare ogni ostacolo, non ultimo, il funesto proposito di installare in località S. Spiriticchio, un mega deposito di Gpl da 60 mila m3, il più grande d’Europa che, se necessario, richiederà lo stesso impegno e partecipazione. Non siamo più disposti ad accettare supinamente ciò che, in passato, ci è stato propinato dall’alto, (vedi caso EniChem). E’ bene che si sappia, lo ribadiamo con forza a chi ci governa, che: “l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al Popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.- Articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana. Oggi, come allora, se ciò dovesse malauguratamente verificarsi, tutti, nessuno escluso, ancora una volta, saremo chiamati a difendere la nostra città e il territorio, nei modi e nei termini previsti dalla legge. Questa volta lo Stato dovrà ascoltare il Popolo sovrano.

Matteo di Sabato

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ManfredoniaNewsTV · News

Commenti

  • Matteo mi dispiace contraddirti ma la grande manifestazione di popolo, guidata dal Sindaco Quitadamo, fu indetta proprio contro la nave dei veleni. Dell’impianto di inceneritore se ne parlava appena e si sapeva del progetto in pochi. Proprio durante la manifestazione anche il popolo apprese la cosa e si cominciò a gridare “”vialenichem”” la quale nichem, (quasi) per rivalsa, fece scoppiare la colonna dell’arsenico.

    ilproletario 01/04/2022 19:28 Rispondi

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