Giovedì 21 Novembre 2024

La maggioranza Rotice perde pezzi

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Pesanti le recriminazioni d’addio dell’Udc

L’UDC LASCIA la coalizione che sostiene la giunta del sindaco Gianni Rotice. In una nota congiunta il commissario provinciale di quel partito, Francesco D’Innocenzo, e il coordinatore cittadino UDC Michele Ricucci, annunciano la decisione di lasciare la coalizione di centrodestra sipontina. «Non abbiamo dimenticato – dichiarano – le promesse delle scorse settimane, il sindaco continua a prenderci in giro. Ormai è chiaro abbia preso le distanze da noi, non ci ha mai coinvolto e mai risposto alle nostre richieste. Ne prendiamo atto e togliamo il disturbo». Parole pesanti che fanno intravvedere intrighi sospetti.

UN IDILLIO finito sul nascere, ad appena quattro mesi dalla elezione del sindaco Rotice. Svanito l’accordo ufficialmente sancito per l’adesione ai programmi di sostegno alla candidatura a sindaco dell’imprenditore sipontino. Una alleanza che la segreteria provinciale del partito dello scudo crociato ha sostenuto con convinzione riorganizzando i ranghi dirigenziali locali con il subentro, con il beneplacito del coordinatore nazionale on. Lorenzo Cesa, di Michele Ricucci nel ruolo di commissario cittadino. Uno scenario ora completamente ricusato.

MA SE il distacco dell’Udc non scuote più di tanto la maggioranza arroccata (a parte la posizione ballerina dell’indipendente Carbone) intorno al sindaco Rotice dal momento che quel partito non ha portato nessun suo candidato in consiglio comunale, e quindi non comporta alcuna incidenza numerica nella maggioranza consiliare, certamente pone non pochi interrogativi che scaturiscono dalla ermetica dichiarazione d’addio. «Non abbiamo dimenticato le promesse delle scorse settimane» scrivono D’Innocenzo e Ricucci che spiegano «Sono ormai passati quattro mesi, e il sindaco continua a prenderci in giro. Ormai è chiaro che Rotice ha preso le distanze dall’Udc, non ci ha mai coinvolto e mai risposto alle nostre richieste. Ne prendiamo atto e togliamo il disturbo».

QUALI sono le promesse non mantenute? Quali le richieste avanzate? Le prese in giro? Le mancate risposte ad interrogativi del tutto leciti, ma anche la non precisazione delle richieste avanzate, adombrano scenari che certamente non fanno bene alla politica, anzi ne oscurano le prerogative e avvalorano situazioni niente affatto rassicuranti. «Purtroppo Rotice – insiste l’Udc – sta amministrando il Comune come se fosse Confindustria. Non è così. Manfredonia sta attraversando un momento difficile, ha bisogno di una guida politica, non di chi è abituato a guidare una impresa privata. L’Udc è stato uno dei primi partiti a condividere il nuovo percorso e a sostenere Rotice nella campagna elettorale, più di altri.

Alla fine è arrivato il ben servito. A questo punto siamo noi a dire basta con tanto dispiacere perché credevamo davvero di poter contribuire alla rinascita di Manfredonia. Oggi la città è ferma, solo operazioni di facciata, ma sui grandi temi si continua a latitare».

AL NETTO delle dichiarazioni e interpretazioni dell’Udc, è da più parti che si rileva come l’amministrazione Rotice non abbia ancora ingranato. Era naturale che fosse così. Le varie e diverse situazioni di fondo che tengono ingessate gli ingranaggi della macchina municipale, non hanno di certo favorito la transizione per quella che si aspettava una amministrazione nuova che riuscisse a sdoganare le conseguenze di una disastrosa tempesta abbattutasi sulla città. La squadra portata a Palazzo San Domenico dall’elettorato, nella composizione è risultata nuova; non altrettanto si può dire della gestione ancora alle prese con un noviziato che pare sconti le difficoltà di un abbrivio piuttosto gravoso. Il calendario annuncia la primavera, la stagione del risveglio: sarà così anche per l’amministrazione Rotice?

  Michele Apollonio

 

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