Il tema Energas torna alla ribalta occupando, ancora una volta, anche la nostra prima pagina. Venerdì 17 marzo 2022 è stato convocato d’urgenza il consiglio comunale di Manfredonia tenutosi eccezionalmente, non nella consueta sala consiliare, ma nell’Auditorium del Palazzo dei Celestini. Un solo argomento all’ordine del giorno: mozione di contrarietà al deposito Energas presentata dal Sindaco Rotice che il 19 dicembre 2019, nel corso della conferenza stampa di fine anno di Confindustria disse: “Apriamo una discussione sulle valutazioni costi-benefici di questo investimento”. Dichiarazione che costò “le dimissioni”dell’allora Presidente di Confindustria Foggia dal ruolo di componente del comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale. Durante la campagna elettorale, l’allora candidato alla carica di primo cittadino, oggi Sindaco, si è sempre professato contrario al mega impianto di GPL da installare nella periferia ovest di Manfredonia, località Coppa del Vento, ed oggi è il promotore più convinto nel non voler ospitare l’impianto costiero Energas considerato pericoloso e di grosso impatto ambientale. Composto da 12 serbatoi da 60 m3 di GPL dall’area industriale di Manfredonia l’impianto dovrebbe tracciare delle condotte fino al porto industriale o in mare aperto. Anche l’Autorità di Sistema Portuale contraria all’insediamento, ha “occupato” in modo alternativo l’area portuale originariamente ipotizzata per il carico navale di GPL, creando una pregiudizievole verso l’originario progetto partenopeo. Al consiglio comunale monotematico c’erano (quasi) tutti i nostri rappresentanti politici comunali, regionali, provinciali e nazionali, tutti compattamente schierati verso il NO ENERGAS; assente solo l’onorevole Troiano (5 stelle) impegnata in Parlamento a Roma. C’è stato anche l’intervento telefonico del Presidente della Regione Puglia Emiliano, che da sempre si è posto in modo contrario a questo insediamento. Lo scorso 4 marzo la conferenza di servizio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, alla presenza dei ministri dello Sviluppo Economico e della Transazione Ecologica, è stata chiusa senza alcun accordo. La questione è ora sullo stesso tavolo: Draghi e i ministri competenti dovranno decidere il da farsi. Preoccupa la guerra in Ucraina che, per le note vicende della dipendenza energetica dai paesi dell’Est, sta orientando il nostro Governo a riesumare progetti di auto-produzione energetica e per la fretta potrebbero farsi delle scelte scellerate, pensando al GPL piuttosto che al Metano molto più disponibile in Italia ed utile, a parere di molti esperti in materia. Un’ipotesi paventata durante la discussione è stato il cambio di destinazione urbanistica dell’area che potrebbe ospitare il deposito Energas, ma la storia ci insegna che se lo Stato decide non ci sono vincoli che tengano. Non potremo mai dimenticare lo sfregio fatto alla piana di Macchia e a Manfredonia realizzando un impianto petrolchimico in un’area di tutela ambientale ed altamente sismica. Ma questa volta lo Stato dovrà ascoltare la gente a costo di prendere esempio dal fiero popolo ucraino.
di Raffaele di Sabato