I primi cento giorni di un’Amministrazione Comunale rappresentano una scadenza importante perché sono in grado di offrire una fotografia sulle priorità e gli orientamenti del governo della città. Tre mesi in cui un’Amministrazione dovrebbe offrire un cambio di passo rispetto al precedente agire politico, specie se di colore diverso, stabilire le linee programmatiche e, infine, decidere le criticità da risolvere e le potenzialità da valorizzare a cui dare precedenza.
Ebbene, il 4 marzo appena trascorso si è concluso il percorso dei primi cento giorni dell’Amministrazione Rotice (decorrenti dalla proclamazione del Sindaco) e quanto innanzi esposto non è ancora avvenuto: pochissimi i provvedimenti adottati e tra questi, alcuni, destano finanche numerose perplessità.
È facile comprendere le difficoltà con cui opera la nuova amministrazione: da un lato la situazione economica finanziaria deficitaria, dall’altro la carenza di organico; tuttavia erano difficoltà note a coloro che hanno scelto consapevolmente di scendere in campo per guidare la nostra comunità, pertanto era necessario arrivare pronti.
Prontezza che, in realtà, almeno in questa prima fase, è mancata all’Amministrazione Rotice, la quale, a parte il buon inizio legato ai tempi di formazione della giunta, alla buona attenzione mostrata per la manutenzione del verde pubblico, nonché al risultato che si potrà raggiungere in merito al complesso tema Lsu (almeno così si spera) appare legata a un dinamismo più comunicativo e meno funzionale rispetto agli obiettivi che si è proposta di raggiungere.
Nei primi cento giorni di governo della città è mancata sicuramente visione e capacità di programmazione: le linee programmatiche, comunicate nel Consiglio Comunale tenutosi il 17 febbraio scorso sono risultate essere una mera riproposizione del programma elettorale, senza spiegare le priorità che l’Amministrazione Comunale intende affrontare, come e quando svilupparle.
Ed è proprio l’assenza di visione e la mancata capacità di programmazione che preoccupa maggiormente, specie in considerazione della grande sfida che la nostra città deve assolutamente vincere, ossia PNRR e Fondi UE 2021-2027, al fine di superare le criticità esistenti e valorizzare le potenzialità ancora inespresse della nostra città.
Siamo già in ritardo rispetto ad altre realtà, e la nostra comunità non può permettersi di perdere questa grande occasione: Manfredonia deve ritornare a combinare immaginazione, capacità progettuale e concretezza per consegnare ai nostri figli una città in cui si dovrà poter scegliere se restare o migrare.
L’auspicio è che l’Amministrazione possa cambiare davvero rotta, magari anche ascoltando le osservazioni provenienti da tutte le energie positive presenti nella nostra amata città, al fine di avviare un vero percorso partecipato e inclusivo per la sviluppo e la crescita della comunità.
Se non ora, quando?
Avv. Giovanni Mansueto
Coordinatore – Molo 21