Mercoledì 13 Novembre 2024

Covid, dal 10 marzo tornano le visite a parenti ricoverati in ospedale

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Un segnale di ritorno alla normalità, dopo due anni. E’ quello che, a partire dal 10 marzo, permetterà di tornare a fare visita ai parenti ricoverati negli ospedali italiani. Lo prevede un emendamento approvato nelle scorse settimane a firma di Annamaria Parente, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato. “L’emendamento prevede il ripristino delle visite dei familiari nei reparti di degenza e la garanzia minima di 45 minuti al giorno di tempo”, aveva spiegato Parente, come riportato dal quotidiano “La Repubblica”.

Le regole per l’accesso

Questa, dunque, una delle regole che riguarderanno la riapertura dei reparti non Covid, con il tempo di permanenza consentito pari ad almeno 45 minuti al giorno. Non ci sono, invece, limiti di tempo per le residenze socioassistenziali (Rsa) dove le visite sono riprese a partire dallo scorso 30 dicembre. Lo sottolinea “Il Sole 24 Ore”, riportando nel dettaglio le regole previste. Potranno entrare nelle strutture ospedaliere e visitare parenti o amici, dotati di mascherina Ffp2, tutti coloro che risultano in possesso di un Green Pass rafforzato ottenuto dopo la somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid. L’accesso sarà consentito anche a coloro che hanno terminato il ciclo vaccinale primario, oppure a chi è guarito dal Covid-19, da meno di sei mesi ed è perciò in possesso di un super Green pass. Nello specifico, per quanto riguarda quest’ultimo caso, chi vorrà entrare in ospedale dovrà mostrare anche l’esito di un tampone negativo eseguito da non più di 48 ore. Non sarà consentito, invece, l’ingresso a chi sarà dotato solamente del Green pass “base”, ottenuto a seguito di tampone. I medesimi requisiti sono necessari, tra l’altro, anche per l’accesso nelle Rsa.

Una norma per ristabilire l’uniformità negli ospedali

“Con questo emendamento abbiamo colto le istanze di tante associazioni e persone singole, che ci hanno testimoniato le loro storie di sofferenza e dolore nel non poter far visita a parenti allettati in ospedale, con gravi malattie, come tumori e non solo”, aveva sottolineato Parente. “Se, infatti, tanti direttori sanitari hanno riaperto l’accesso ai reparti di degenza ospedalieri per consentire le visite ai propri cari, molti altri non lo hanno fatto. Fino ad oggi l’accesso ai familiari è consentito solo in sale d’attesa e con durate molto variabili, ma comunque brevi, nonostante vi siano state esperienze positive di aperture senza che ne siano scaturiti cluster. Era necessaria una norma che facesse chiarezza e ristabilisse uniformità”, aveva poi aggiunto.

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