Giovedì 21 Novembre 2024

Contro il nuovo (dis)ordine mondiale

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L’Ucraina ha una storia complessa ma ancor di più una geopolitica complessa. La sua indipendenza è recente, risale al 1917, ma non per questo non esiste una Ucraina con una comunità di popolo. Certo si tratta di un insieme conteso da sempre. Come il suo stesso nome vuol dire, ha sempre avuto un ruolo di “confine”, tra Est e Ovest. Kyiv sarà la prima storica capitale di questi popoli di vichinghi che daranno vita alla prima piccolo Rus’ (siamo tra IX e XI secolo). L’Ucraina sarà sempre tirata dai Polacchi e i Lituani a Ovest e i Russi a Est. Ma alla fine diventeranno “possesso” sovietico. D’altronde l’Ucraina ha una popolazione estremamente variegata (un po’ come la Russia) composta a maggioranza da Ucraini, ma con tantissimi russi, polacchi, ungheresi, rumeni, principalmente. È uno stato composito, con territori che recentemente sono anche stati parte di altri Stati (principalmente Ungheria e Polonia). È anche vero che la Crimea è una penisola che è stata attribuita all’Ucraina quando questa era parte dell’URSS. All’indipendenza del 1991, praticamente Mosca perdeva il suo porto principale nel Mar Nero, Sebastopoli, con la sua flotta militare principale e tutte le popolazioni russe che vi abitavano (che infatti sono la maggioranza schiacciante in Crimea). Allo stesso modo in Donbass abbiamo una maggioranza russa per il semplice motive che in quell’area (siamo alla frontiera con la Russia) vi è un importante bacino minerario e fin dagli anni ’30 vi si insediarono migliaia di minatori che provenivano dalla Russia. Dal 1991 il problema di questi territori con popolazione a maggioranza russa, si era posto, ma poco: l’Ucraina era comunque vicinissima a Mosca politicamente. Ma con la rivolta del 2014, di una popolazione che voleva guardare ad Ovest, all’Europa e alla Nato, la questione è cambiata. Putin occupa letteralmente la Crimea e sostiene gli indipendentisti del Donbass. Afferma che c’è una pulizia etnica antirussa in corso, ma i diplomatici italiani sul posto confermano che così non è: russi e ucraini convivono pacificamente. Allora perché invader l’Ucraina? Si tratta di una volontà di riaffermare un’area di influenza russa su quegli stati (Bielorussa e Ucraina, Georgia nel Caucaso). Ma quel mondo non esiste più: sono stati sovrani, devono poter scegliere. Non si può essere stai a sovranità limitata. D’altronde questo progetto è chiaro: non si vuole solo le due zone indipendentiste, si vuole soggiogare tutta l’Ucraina, da qui l’invasione da Nord verso la capitale Kyiv. Perché occorre fermare questa invasione? Non solo per difendere i diritti dei popoli di quella carta universale che noi abbiamo firmato, ma anche perché una “non reazione”, neanche economica, significherebbe la fine della dissuasione USA: tutto allora è possibile. Questo non condurrebbe a un nuovo ordine Mondiale ma a un nuovo disordine che costerebbe molto più di quello che ci stanno costando e costeranno le attuali sanzioni economiche.

Giuseppe Bettoni

Professore di geografia e geopolitica all’università “Tor Vergata” di Roma

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