Domenica 22 Dicembre 2024

Non c’è più limite alle discariche abusive

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UNA LUNGA, fitta teoria di automobili cannibalizzate e poi bruciate alcune delle quali ancora in fiamme, quando è arrivato Giuseppe Marasco con i suoi ispettori volontari ambientali “Civilis” che ha prontamente denunciato il ritrovamento alle competenti autorità. Non era la prima volta che il comandante generale del corpo “Civilis” si imbatteva in quello spettacolo scandaloso e pericoloso. Era successo già un mese prima. E anche allora aveva allertato le forze dell’ordine la cui azione evidentemente non ha dissuaso i malfattori a continuare nel loro losco traffico di automezzi rubati in varie regioni italiane e fatte sparire.

QUELLO del cimitero di automezzi ridotti a carcasse informi, non è che l’ultima scoperta, in ordine cronologico, fatta da Giuseppe Marasco “l’uomo della tutela ambientale, il paladino della legalità”. «Sono centinaia – ragguaglia – i ritrovamenti di discariche di rifiuti e di tutto un arsenale di materiali abbandonati». Li ha immortalati in foto e i filmini. Mostrano scene di rifiuti di ogni genere disseminati ovunque senza alcun ritegno dell’ambiente, nelle periferie, in aperta campagna, nei casolari, nei capannoni industriali abbandonati. Nel 2021 ha percorso 120mila km. Discariche enormi alimentate evidentemente da tempo prive di qualsivoglia controllo, tante bombe ecologiche che ammorbano l’aria, un pericolo per la sicurezza e la salute pubblica.

UN BUSINESS redditizio illegale diffuso su tutto il territorio nazionale. I dati sono allarmanti. Nel 2021 in Italia sono stati accertati 34.867 reati ambientali, con una media di 95 al giorno e 4 ogni ora. Ha evidenziato l’Amministratore unico dell’Azienda servizi ecologici (ASE) di Manfredonia, Raphael Rossi citando il rapporto Ecomafia 2021. «Nonostante siano anni che seguo l’evolvere del fenomeno, trovo questi dati agghiaccianti» commenta Rossi da poco più di un anno alla guida dell’azienda servizi ecologici sipontina. Proseguendo nella disamina l’AU Rossi verifica che «sono aumentate le persone denunciate: 33.620 con un più 12 percentuale rispetto al 2021; delle quali 329 (+14,2%) in custodia cautelare; i sequestri effettuati sono stati 11.427 (+25%); ma cala il numero complessivo dei controlli meno 17 % rispetto all’anno precedente».

IN QUESTO quadro nazionale niente affatto edificante «una cospicua fetta – evidenzia Rossi – è localizzata nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, vale a dire Sicilia, Campania, Puglia e Calabria: l’incidenza di reati ambientali accertati – annota ancora – ammonta a 16.262 pari al 46 per cento del totale nazionale, con 134 arresti in aumento rispetto al 2019 quanto sono stati “soltanto” 86. Di tale preoccupante situazione fa riscontro il numero dei comuni commissariati per ecomafia, ben 32 dei quali 11 nei primi nove mesi del 2021».

UNA SITUAZIONE niente affatto gratificante che si appesantisce ulteriormente in Puglia classificata terza nell’ambito della illegalità ambientale: con 3.734 infrazioni accertate (10,7% del totale nazionale), 1,423 sequestri effettuati, 3.230 persone denunciate, 15 arrestate. In questa graduatoria Foggia è dodicesima con 553 infrazioni accertate.

UN FENOMENO enorme, di gran lunga più grave ed esteso di quello che rappresentano i pur raccapriccianti numeri i cui rilevamenti lasciano larghe zone d’ombra inesplorate. E non pare ci si preoccupi più di tanto stante la denuncia dello stesso procuratore nazionale antimafia De Raho: «Calo dei controlli allarmanti».

   Michele Apollonio

 

 

 

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