Giovedì 14 Novembre 2024

Uno staff privato a supporto dell’Amministrazione Comunale

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Ma dei problemi della città ancora niente
«LA CONFUSIONE di fondo è tra incarichi professionali che devono essere conferiti dai dirigenti ai sensi del D.Lgs. 165/2001, e quelli che potrebbe conferire il sindaco, ma che il Ministero dell’interno esclude perché non previste dal Testo unico degli enti locali (TUEL)».
La notazione è del consigliere di minoranza capogruppo di “Molo 21”, Gaetano Prencipe, a commento del botta e risposta in merito alla “istituzione” da parte del sindaco Gianni Rotice dell’organismo denominato “Manfredonia Lab 2026”, contestata con una interrogazione da parte dello stesso consigliere Prencipe. Ciascuna parte ha trovato nelle pieghe di leggi, decreti e sentenze, l’appiglio per giustificare la propria posizione. Una riprova, anche questa, di come e quanto le normative vigenti siano lacunose e addomesticabili. Anche se, va rilevato, nel caso specifico sarebbe stato più opportuno, doveroso, si fosse privilegiato la trasparenza in omaggio a quella “discontinuità” che a poco a poco viene completamente disattesa e dunque al quel “nuovo” insistentemente sbandierato ma che di fatto non si vede tant’è che si comincia a vociferare che i giovani inseriti in giunta stiano lì giusto per condizione anagrafica.
È SINTOMATICO come l’iniziativa del sindaco di istituire il “Lab” poi definito forse per un richiamo freudiano, più propriamente “Staff”, destò sin dalla sua pubblicazione non poche perplessità e interrogativi sul piano procedurale, politico e amministrativo. L’entità dei prescelti non ha aiutato, ha anzi eliminato qualche artificiosa velatura. A cominciare dalla figura di Stefano Pecorella, con trascorsi da politico impegnato, di fatto “sindaco ombra” della città; e quindi di Matteo Palumbo addetto comunicazione social; di Antonio Prencipe, di casa in municipio sin dall’amministrazione Prencipe, assessore e presidente del consiglio del sindaco sciolto, inventore del “tumulto” immaginario; infine Giovanni Tamburrano che però pare abbia rinunciato.
QUATTRO professionisti di “riconosciuta competenza ed esperienza” ai quali – dice Rotice – non è stato «dato in uso alcun locale, né concesso l’utilizzo o data conoscenza di elementi ritenuti sensibili ai sensi della normativa vigente». E dove e come svolgono la rispettiva attività? Prencipe nella interrogazione afferma che «occupano rispettivamente le stanze già assegnate ai loro predecessori con poltrona, scrivania e quant’altro occorrente per svolgere le mansioni di fatto affidate». In evidenza inoltre il fatto che non percepiscono alcun compenso. «L’avvocato Pecorella – scrive il sindaco – è legato allo scrivente da un rapporto professionale convenzionale», è pagato direttamente da Rotice. Stesso trattamento per Palumbo. Prencipe è a gratis, tant’è che si sta pensando di erigergli un monumento per i servigi resi alla città.
CHE SIA un Lab o uno Staff o anche un Job, le persone che ne fanno parte – viene obiettato – sono al di fuori del contesto politico-amministrativo, estranei, cui sono affidati compiti anche “sensibili” inerenti all’attività amministrativa che riguarda la città e i cittadini; un organismo ingaggiato privatamente che in ogni caso avrebbe dovuto essere preventivamente previsto e istituito nel Regolamento comunale.
A QUANTO pare uno scioglimento di una amministrazione comunale che tra le cause che lo hanno determinato è evidenziata quella della “mala gestio”; una lunga presenza di una Commissione ministeriale; e una sofferta preparazione elettorale, sono serviti poco o niente se il nuovo organismo amministrativo come eletto dal popolo, si sta dibattendo ancora su questioni organizzative che hanno a che fare con il governo municipale. Quest’ultima vicenda è l’ultima in ordine cronologico della serie. A poco meno di tre mesi dalla sua investitura questa amministrazione non trova ancora il bandolo della matassa. Non ha ancora portato all’attenzione del consiglio comunale, un solo dei mille problemi che affliggono la città.
PER GIOVEDI 17 prossimo è stato convocato il consiglio comunale: oltre agli accapo di routine, c’è “Illustrazione e approvazione linee programmatiche” che altro non è che il programma elettorale di Rotice comprendente oltre un centinaio di accapo, vale a dire tutto lo scibile possibile e immaginabile per rifondare e sistemare Manfredonia.
Michele Apollonio
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