Una cultura che insegna a vivere – Tra cento live e mille studenti anche Manfredonia
DUE GIORNI dedicati alla lingua greca, un evento di significativo spessore celebrato in tutto il mondo con una serie di iniziative culturali finalizzate a promuovere l’insegnamento del greco antico e moderno e dimostrare il ruolo fondamentale che la lingua greca ha rivestito e continua a rivestire nella formazione della civiltà europea e mondiale. In Italia la formidabile kermesse celebrativa ha avuto nelle sale del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, la sede per accogliere, ovviamente virtualmente, oltre un centinaio di licei classici e migliaia studenti per il coordinamento dell’Associazione italiana di cultura classica “Antico e Moderno” e il patrocinio dell’Ambasciata ellenica e della Federazione delle comunità elleniche in Italia.
“I NOSTRI luoghi greci” il tema proposto. «Luoghi letterari, fisici della Grecia e della Magna Grecia; luoghi utopici, dell’anima che raccontano e riflettono la nostra umanità, la nostra complessità e contraddittorietà» spiega la professoressa Mattia Zerulo, docente di greco al liceo classico “A. Moro” di Manfredonia, appassionata studiosa di quella lingua, che ha partecipato al prestigioso appuntamento con la Quarta/A. “Il mito di Filottete” il contributo presentato. L’eroe greco abbandonato perché ferito a Lemno e reintegrato nei ranghi dai suoi stessi amici traditori dieci anni dopo l’isolamento forzato sull’isola. Una sequenza di immagini e riferimenti storici interpretati dagli stessi studenti per la regia della Zerulo.
«UNA VICENDA emblematica del V secolo a.C. che insegna ancora oggi, a dimenticare i rancori e le inimicizie, per aiutarsi reciprocamente per il bene comune. La storia di Filottete che soffre senza saperne il motivo ma tiene duro in attesa di un avvenimento positivo, è una metafora universale che risponde alla domanda eterna sul significato della vita» annota la professoressa Zerulo che citando il “siamo tutti greci” di John Keats afferma «Le nostre leggi, la nostra letteratura, la nostra religione, le nostre arti hanno le loro radici in Grecia. Il potenziale dell’apprendimento della lingua greca è sconfinato: non è solo strumento di espressione e comunicazione, è veicolo di cultura e di storia. E la lingua greca ha un vivo legame di forma e di sostanza, con la democrazia, la filosofia, la scienza, la poesia, il teatro, e mostra ancora oggi, la sua ricchezza, la sua plasmabilità nella formazione di nuove parole».
LA STUDIOSA rifugge dall’idea del greco “lingua morta”. «È viva più che mai» afferma con cipiglio. «Si pensi ad alcuni termini di uso comune composti solo in epoca moderna a partire da termini greci. Ad esempio “utopia”, il “luogo che non c’è”, parola coniata da Tommaso Moro (dalla negazione greca oucombinata con topos, ‘luogo’) per designare il nome dell’isola in cui viveva una società solo immaginata; la parola “nostalgia”, composta da nostos (ritorno) e àlgos (sofferenza), creata nel 1688 per designare lo stato d’animo dei mercenari svizzeri impegnati a combattere in Europa in paesi lontani dai loro; “ecologia” composta da oikos (casa) e lògos (discorso) che indicava, per lo scienziato che la coniò nel 1866, il complesso dei fenomeni che regolano il rapporto tra gli uomini e l’ambiente in cui vivono, la loro ‘casa’, appunto. Allo stesso modo la lingua greca può dunque ben dirsi la “casa” del nostro mondo».
LO STUDIO della lingua greca antica e moderna ha avuto una forte rivalutazione non solo negli ambienti culturali, ma anche tra i giovani che, spronati da docenti preparati e pazienti, hanno scoperto la possibilità di “guardare” oltre la parola.
«LA LINGUA e la cultura greca – insiste Zerulo – è qualcosa che ci riguarda eccome, è uno dei fondamenti della nostra civiltà e del nostro modo di pensare il mondo. È nel nostro DNA di uomini e se potessimo visualizzare e in qualche modo soppesare la sostanza dei nostri pensieri, scopriremmo che sono fatti per la massima parte di “materia greca”. È una cultura che insegna a vivere, ad amare, a capire cos’è l’homo sapiens. Secondo accreditate opinioni è una delle nostre due gambe, un ponte tra l’umano e il divino, un ponte da attraversare. La lingua greca e tutta la cultura greca, la filosofia, il teatro, la mitologia, hanno lo scopo di farci coltivare qualcosa che abbiamo la sensazione oggi di aver perduto, un mistero, altre logiche, altri modi di pensare, di raccontare. A farci trovare insomma un senso più profondo dell’esistenza, ad andare oltre».
Michele Apollonio