Definiti gli assetti a terra e sul porto di Seasif
NON SOLO le aree Zes ma anche una cospicua area dell’ex stabilimento Anic-Enichem, ora in gestione di Eni Rewind, oltre che alcuni attracchi del porto industriale e i nastri trasportatori, nell’articolato pacchetto di iniziative industriali della multinazionale Seasif. La Società capitanata da Franco Favilla va avanti nel progetto di insediamento sulle rive del golfo adriatico tra assensi e silenzi, consapevoli e non. E noncuranze.
INTANTO è stato nominato il commissario alla Zes Adriatica della quale fa parte il polo Zes Manfredonia-Monte Sant’Angelo che rappresenta il 15 per cento dell’intera Zes Adriatica: è l’ingegnere barese Manlio Guadagnolo. Un punto fermo che dovrà organizzare la gestione di uno strumento sul quale sono appuntate molte promesse per lo sviluppo di questa parte del Mezzogiorno. Uno sviluppo non fine a sé stesso ma che tenga conto delle “vocazioni” e in ogni caso delle “esperienze” dei territori interessati.
NON E’ UN MISTERO, è anzi abbastanza conclamata la posizione critica della popolazione di Manfredonia nei confronti di alcune attività che intenderebbe realizzare la Seasif. Le procedure di avvio del progetto Seasif sono abbastanza avanti. Sono anzi definite stante la determina del 2 agosto scorso del responsabile del procedimento, con la quale si dichiara conclusa la conferenza dei servizi in forma semplificata che di fatto ha sostituito tutti gli atti di assenso di competenza delle varie amministrazioni interessate nonché dei gestori dei beni pubblici coinvolti.
A DARE il benestare favorevole sono l’Agenzia del Demanio, la Capitaneria di porto di Manfredonia, l’Agenzia delle Dogane, il Consorzio ASI di Foggia. Mancano le determinazioni perché non pervenute – è stato detto – eppertanto hanno valore di assenso incondizionato, da parte della Regione Puglia, del Comune di Manfredonia, del Comune di Monte Sant’Angelo, del comando provinciale dei Vigili del Fuoco, del Dipartimento tecnico dell’Autorità di sistema portuale MAM. Circostanziato il parere favorevole dell’Asi di Foggia che sciogliendo le riserve inizialmente frapposte, ha valutato positivamente e di interesse generale il progetto presentato da Seasif che include l’utilizzo dei nastri trasportatori che collegano la testa del porto alti fondali con l’impianto a terra. Ma non solo.
NEL PROGETTO Seasif entrano anche i serbatori dismessi ex Enichem (e mai demoliti così come era previsto) e le tubazioni di collegamento con la testa del molo alti fondali con relativa area demaniale marittima di oltre otto mila metri quadri. In buona sostanza serbatoi, tubazioni e attracchi usati da Enichem per rifornire i propri impianti di produzione, di ammoniaca, toluolo eccetera. La stessa Eni Rewind, ultima sigla di gestione di quell’area, ha fatto istanza alcuni giorni orsono, di subentro di Seasif nella concessione demaniale per l’uso delle innanzi dette strutture. Anche per i nastri trasportatori, mai entrati in funzione, è stata definita la procedura: risolta la vertenza economica con l’impresa che li ha costruiti, saranno trasferiti all’Asi e da questa in concessone alla Seasif unitamente alle aree di pertinenza regolamentate nel nuovo piano di adeguamento dell’agglomerato Asi di Manfredonia-Monte Sant’Angelo.
UN GRAN LAVORIO del quale almeno a Manfredonia le competenti autorità cittadine nonché i referenti politici, sociali e culturali, non erano a conoscenza e che ora con la diffusone delle prime notizie, si stanno muovendo per venire a capo di quello che si vuol fare dietro l’angolo di casa. A quanto pare la tanto auspicata concertazione fra i vari soggetti interessati allo sviluppo dell’area, è saltata a piè pari.
Michele Apollonio