Mercoledì 18 Dicembre 2024

Ripristinata la targa commemorativa fuori l’ex mattatoio dove furono internate più di 500 persone. Rotice: “Non restiamo in silenzio”

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“Dal 1940 al 1943 in questo edificio adibito a campo di concentramento, la dittatura fascista incarcerò centinaia di cittadini italiani. Per non dimenticare”.
L’Amministrazione comunale e Gianni Rotice – Sindaco di Manfredonia hanno scelto il luogo simbolo della città per tornare a celebrare la “Giornata della memoria”. All’esterno dei locali dell’ex mattatoio (nel quale furono detenute più di 500 persone) è stata ripristinata la targa commemorativa ed apposta una corona d’alloro.
Alla cerimonia istituzionale hanno preso parte la Polizia municipale, la Protezione Civile, P.A.S.E.R. Manfredonia, Croce Rossa Italiana – Comitato di Manfredonia, l’Associazione Nazionale Carabinieri sez. Manfredonia ed una rappresentanza dell’ Istituto Comprensivo “Ungaretti-Madre Teresa di Calcutta”, i cui alunni hanno realizzato (classi III^ sez. A-B-C-D “Ungaretti) un’edizione straordinaria di un giornale dal nome molto significativo “La nostra voce”.
“Il giorno della memoria – hanno spiegato i ragazzi al sindaco Rotice – è per noi un incontro con la storia, ma soprattutto un momento di testimonianza per il futuro”.
“Abbiamo il dovere morale di far tesoro di quanto la storia ci insegna e degli errori ed orrori commessi sulla pelle di migliaia di innocenti esseri umani – ha sottolineato il sindaco Rotice -. Come ben raccontato dai ragazzi dell’Istituto Ungaretti, la Shoah deve farci ben tenere a mente che nessuna discriminazione deve mai più trovare spazio e giustificazione, perchè senza il rispetto delle persone e l’affermazione dei diritti non può esserci un futuro migliore. Era doveroso da parte della nuova Amministrazione comunale tornare a rendere omaggio alle vittime della Shoah proprio in un luogo che ha, purtroppo, rappresentato uno dei campi di internamento più grandi della Puglia di cui, molti nostri concittadini non ne conoscono l’esistenza. Il sapere educa. Non restiamo più in silenzio, alziamo la nostra voce, come gli alunni dell’Istituto Ungaretti”.
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