Il Consiglio comunale non risolve la questione Rotice
L’ANDAMENTO della seduta consiliare di lunedì 17 scorso, ben richiama la nota pièce teatrale del Nobel Luigi Pirandello “Così è, se vi pare” nella quale il drammaturgo siciliano sostiene l’impossibilità di definire con chiarezza quale sia la realtà. Nella detta sessione di consiglio comunale argomento di punta all’odg era la nota questione della compatibilità/incompatibilità dell’eletto sindaco Gianni Rotice, in relazione alla sua attività di imprenditore, in particolare i suoi rapporti economici col comune prima di diventare sindaco. Ebbene dopo un serrato confronto nel quale la maggioranza da una parte, la minoranza dall’altra, hanno sostenuto le rispettive tesi contrapposte, le cose sono rimaste quelle sulle quali sono attestati i due schieramenti e che si trascinano sin dalla campagna elettorale.
I TERMINI sono noti: la minoranza sostiene che vi siano delle situazioni che attiverebbero la condizione di incompatibilità di Rotice con la carica di sindaco. I riferimenti ricordati sono la sua presidenza della società di calco locale e un appalto di opere eseguite al villaggio turistico Ippocampo. Rotice e la sua maggioranza, hanno ribadito di aver sollevato, con le dimissioni dalla società di calco e il recesso dalla società imprenditoriali, le ragioni di una eventuale incompatibilità; di convinzione opposta la minoranza che ha ribadito incomplete le azioni attivate da Rotice per eliminare il conflitto con la posizione di sindaco.
LA DISPUTA è più di ordine giuridico che politico e amministrativo. Le opposte argomentazioni sono state esplicitate in due mozioni contrapposte che sono state inviate al Prefetto di Foggia che segue con attenzione le vicende politico-amministrative di Manfredonia, e sottoposte naturalmente al voto dell’assemblea, illustrate in aula da Gaetano Prencipe per la minoranza, e da Vincenzo Di Staso per la maggioranza. Dai banchi della minoranza è stato ripetuto (Prencipe, Fresca, Ciuffreda, Schiavone) che la loro azione non era mirata a destabilizzare la posizione di sindaco di Rotice, bensì ad invitarlo a rimuove ogni pur semplice ombra sulla sua imparzialità nel pieno rispetto della legalità e della trasparenza. Dagli scranni della maggioranza si è levato un fuoco di fila (Triggiani, Fabrizio) a sostegno delle tesi pro Rotice attraverso la lettura di fogli pre-confezionati che hanno ripetuto pedissequamente le argomentazioni espresse nella mozione.
INFINE si è arrivati alla votazione che la presidente avrebbe voluto fosse unica per entrambe le mozioni. «Per economicità temporale» è stata la laconica quanto estemporanea motivazione addotta, decisamente respinta dalla minoranza che dopo una sospensione della seduta, ha visto riconosciuta la prassi del voto separato delle due mozioni. Il responso ha naturalmente ricalcato le posizioni in campo: 16 per la maggioranza e 9 per la minoranza. La controversia rimane, Ma ora?
MINORANZA che si è preso una rivalsa sulla composizione delle Commissioni consiliari. La maggioranza aveva convocato una riunione dei capigruppo nella quale ha sostenuto la composizione delle sei Commissioni, con cinque consiglieri ciascuno. Progetto bocciato dalla minoranza che si è appellata al Regolamento che prevede la presenza di un consigliere per ciascun gruppo consiliare e dunque quattro. In aula il consigliere Sventurato annunciava che dalla opposizione non erano pervenuti i nominati. Ciuffreda chiedeva una sospensione della seduta nella quale evidentemente sono prevalse le ragioni della minoranza se al rientro in aula è stata annunciata la composizione delle Commissioni con quattro componenti. Un evidente esempio di come e quando c’è una leale collaborazione le asperità si superano a vantaggio delle cose da fare.
L’ASSEMBLEA si è occupata degli lsu discutendo una interrogazione presentata da Maria Teresa Valente, dalla discussione sono emerse ancora una volta le difficoltà oggettive di risolvere una situazione che si trascina da decenni.
IN CONCLUSIONE di seduta il sindaco Rotice ha ribadito la sua ferma volontà di operare per il bene della città e dei cittadini ai quali si sente di dover dar conto.
Michele Apollonio