Una edizione estiva inedita
Città ancora senza un assessorato al turismo
IL 17 GENNAIO il calendario ricorda San Antonio Abate, ma per i manfredoniani è “Sant Andùn màskere e sùne”, ovverossia Sant’Antonio maschere e suoni con chiara allusione al carnevale. La tradizione si perde nei baccanali della Sipontum romana ed è arrivata fino a nostri giorni, pressoché intatta nello spirito, ma adattata ai tempi che ha attraversato. Nel contemporaneo il condizionamento principale è quello del perfido e trasformista Covid. Il virus dominus della perniciosa pandemia a dimensione mondiale, ha bloccato completamente l’edizione del 2001. Quella di quest’anno 2022 toccata marginalmente: soltanto rimandata in primavera. Maggio è la data indicata.
LA CONFERMA viene dall’amministrazione comunale che ha fatto sapere che ha avviato gli opportuni incontri con i protagonisti che hanno dato vita alle varie edizioni del Carnevale di Manfredonia, e dunque cartapestai, commercianti, scuole di ogni ordine e grado, per organizzare l’edizione n. 68/bis. Sarà un allestimento inedito che potrà contare su un finanziamento di cento mila euro dalla Regione Puglia.
NEGLI ULTIMI anni a Manfredonia si è ventilata l’idea di una edizione del carnevale in estate. Una replica di quello canonico invernale ad uso turismo. Ma non se ne è fatto nulla. Un po’ per oggettive difficoltà organizzative, ma molto per ragioni di carattere di opportunità. Il carnevale è nella sua concezione storica, indubbiamente la festa orgiastica con licenza di trasgredire a tutto quanto represso e dominato nel resto dell’anno, ma le sue motivazioni primarie profonde e significative, sono legate al passaggio dal vecchio al nuovo anno con forti richiami alla primavera campagnola, ai riti propiziatori della semina e della raccolta delle messi. Insomma, il carnevale come un frutto di stagione: che ha sapore e carattere al tempo giusto. Il forzato rinvio a maggio del carnevale avrà pertanto carattere sperimentale, verificherà se avrà lo stesso appeal e significato del carnevale invernale. Zé Peppe dovrà pazientare per immergersi nei bagordi carnascialeschi.
L’ONERE di predisporre un tale cimento, ha fatto sapere la civica amministrazione, spetterà al costituendo comitato organizzatore di solito di formazione pubblico privato. Un tipo di organismo che è sopravvissuto a tutte le sperimentazioni di altro tipo di gestione. Nei giorni scorsi c’è stata una proposta di costituire per il carnevale un Fondazione pubblica-privato che dovrebbe occuparsi del carnevale in tutte le sue sfaccettature. Una idea nella sua accezione teorica valida, ma di dubbia praticità esecutiva. Va ricordato che sono state sperimentate una Istituzione e una Agenzia del turismo con esiti clamorosamente fallimentari. Forse perché a servizio della politica del momento?
PIU’ VEROSIMILMENTE è che non si può pensare al carnevale come manifestazione indubbiamente di grande valenza turistica e dunque economica, avulsa da tutto un contesto notevolmente largo e variegato che va compreso sotto l’etichetta “Turismo”. Il fatto è che a Manfredonia, da tempi anche lontani, non si è mai pensato di concepire una politica del turismo che guardasse alle risorse complessive, tante e di grande pregio, che il territorio espone. Considerato che il turismo è la sintesi di attività fondamentali per la valorizzazione del territorio e dunque delle sue risorse.
NON E’ un caso, anzi è alquanto significativa la circostanza che nelle passate amministrazioni comunali non sia stato mai indicato un assessorato al turismo. In questa appena insediatasi c’è, fra l’oltre la dozzina di deleghe riservatesi dal sindaco Rotice, quella al turismo. Ma il turismo, pur riconosciuto significativo propulsore economico, non è menzionato nelle “Economie territoriali” nelle quali sono comprese, a buon diritto, pesca, agricoltura, artigianato, commercio.
Michele Apollonio
