A 4 o 5 componenti? Si deciderà nel consiglio comunale del 17 prossimo
DECISAMENTE non c’è feeling tra la maggioranza e la minoranza del consiglio comunale così come disegnato dagli elettori nel novembre scorso. Quattordici e dieci, dicono i numeri; ma a quanto pare i 14 valgono per tutti; dei 10 se ne può fare anche a meno. È quanto segnala La discussione sulla formazione delle commissioni consiliari permanenti, quegli organismi cioè composti dai consiglieri comunali, che, a norma di Regolamento comunale, hanno “funzioni referenti, consultive, di controllo e di proposta” sull’attività amministrativa comunale.
SE N’È DIBATTUTO in maniera informale in una riunione dei capigruppo sulla cui modalità di convocazione (il venerdì pomeriggio per il lunedì pomeriggio) la minoranza ha avanzato formale protesta ricordando i termini canonici per una convocazione di capigruppo.
SEI LE COMMISSIONI PRESENTATE e illustrate dai consiglieri di maggioranza Vincenzo Di Staso, Sara Delle Rose e Giovanni Sventurato: Transizione ecologica, sviluppo, occupazione e sport (la più numerosa con una ventina di deleghe); Risorse finanziarie e programmazione; Lavori pubblici (la meno folta con otto deleghe); Pianificazione urbana strategica e periferie; Affari generali e personale; Welfare e politiche di genere. Per ognuna di esse sono stati previsti cinque consiglieri.
IL CONTRASTO è divampato sul numero dei componenti le singole commissioni. I consiglieri di minoranza si sono appellati al rispetto dello Statuto e del Regolamento, vale a dire, il primo, atto principale del Comune contenente le norme fondamentali per l’organizzazione dell’Ente; il secondo, disciplina in maniera dettagliata i vari settori dell’attività amministrativa sulla base delle linee indicate nello Statuto. La minoranza, in particolare i consiglieri Massimo Ciuffreda, Francesco Schiavone, Raffaele Fatone, si è appellata al rispetto di Statuto e Regolamento. L’articolo 18 dello Statuto comunale prevede la costituzione delle commissioni “formate in modo proporzionale, in modo da consentire ad ogni consigliere la partecipazione ad una di esse” e il Regolamento all’articolo 13 prescrive che “Ogni consigliere fa parte di una commissione”.
I CONSIGLIERI comunali complessivamente sono 24 che diviso per sei commissioni fa quattro consiglieri per commissione. La proposta avanzata invece dalla maggioranza è stata di cinque consiglieri per ciascuna commissione. I conti non tornano. Di qui lo scontro.
A PARTE il denunciato aumento della spesa comunale per le commissioni a cinque fatto rilevare anche dalla segretaria comunale, la domanda che si pone è: quale la ratio di tale aumento di consiglieri in ciascuna commissione? Presumibilmente quella – ragiona la minoranza – di assicurarsi la maggioranza in ciascuna commissione. Un fine, obbietta la minoranza, che si raggiunge anche con quattro consiglieri. E allora? La preoccupazione della maggioranza assisa a Palazzo San Domenico – avanza la minoranza – è evidentemente quella di trincerarsi in una botte armata e governare senza dare conto alla minoranza che, si dimentica, rappresenta una consistente fetta della popolazione alla quale il governo Rotice, oltre che un doveroso rispetto, deve pure dare conto. Il rilievo è ulteriormente suffragato – viene rilevato – dal fatto che alla minoranza non sarà data, come prassi consolidata vuole, una commissione con funzione di garanzia e controllo dell’attività amministrativa.
IN DISCUSSIONE sono ancora questioni tecniche procedurali inerenti all’assetto governativo, non si parla ancora di questioni interessanti i problemi della città e dei cittadini, quando si dovrà discutere di scelte e indirizzi. La costituzione delle commissioni consiliari sarà portata nel consiglio comunale convocato per lunedì 17 prossimo alle ore 16, assieme all’altro argomento già oggetto di scontro, riguardante la mozione presentata dalla minoranza sulla compatibilità/incompatibilità del sindaco Gianni Rotice.
Michele Apollonio