Lunedì 4 Novembre 2024

Compatibile o incompatibile?

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  Chiesto un consiglio comunale per discutere della questione Rotice

«CHIEDONO al presidente del consiglio comunale e al segretario generale, per quanto di rispettiva competenza, ai sensi dell’art. 28 del regolamento comunale e ai sensi dell’art. 39 co 2 del d.lgs. 267/2000 (TUEL), di porre con urgenza all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale l’esame e l’approvazione della proposta di deliberazione che si allega» avente come oggetto «Incompatibilità dell’ing. Giovanni Rotice con la carica di Sindaco di Manfredonia ai sensi e per gli effetti degli arti. 61, comma 1 bis, 63, comma 1 n. 2, e 69 del d.lgs. 267/2000».

L’ISTANZA firmata dai nove consiglieri di minoranza, e inviata per conoscenza anche al prefetto di Foggia, dopo che è rimasta senza alcun seguito la richiesta, inviata ai medesimi destinatari, con la quale la minoranza consiliare chiedeva «di adottare le iniziative e i provvedimenti necessari e urgenti per contestare all’ing. Giovanni Rotice le circostanze ostative che gli impediscono di ricoprire la carica di sindaco».

COME NOTO l’interessato ha respinto i rilievi mossigli a norma di legge, senza produrre tuttavia, pur facendone riferimento, alcun atto che comprovasse le sue ragioni, con una conferenza stampa tenuta in municipio poco prima del consiglio comunale nel quale non ha fatto parola della questione fondamentale per gli evidenti riflessi sul lavoro del consiglio comunale.

LA RICHIESTA di seduta consiliare è stata illustrata nel corso di una conferenza pubblica tenuta al LUC. Gaetano Prencipe, Giulia Fresca, Raffaele Fatone, Francesco Schiavone, Michele Iacoviello, Mariarita Valentino ne hanno tratteggiato i termini evidenziando come la verifica delle cause di incompatibilità di sindaco e consigliere è obbligo che la legge disciplina dettagliatamente. L’operazione peraltro andava fatta al primo consiglio per definire la validità della composizione dell’assemblea. Così come in sospeso è rimasta la definizione dei gruppi consiliari di maggioranza. La minoranza ne prevede cinque.

«LA NOSTRA – ha insistito Prencipe – non è polemica per la polemica, ma la richiesta di legalità negli atti pubblici previsti dalle leggi. Una simile istanza la può fare un qualsiasi cittadino. Rotice è il sindaco eletto: deve governare ma nel rispetto delle leggi. L’art. 69 del d.lgs. 267/2000 fissa in sette punti chiari e semplici le cause di ineleggibilità e incompatibilità».

QUELLA della verifica della compatibilità o incompatibilità del sindaco eletto al ballottaggio il 21 novembre scorso, è il nodo che va sciolto nell’interesse dello stesso sindaco e naturalmente di tutto l’apparto istituzionale comunale e a maggior ragione dei cittadini. L’affermazione della legalità è uno dei capisaldi fondamentali sostenuti in campagna elettorale anche da Gianni Rotice per ridare fiducia e credibilità al rinnovamento della città. Non si comprende perché il sindaco Rotice si ostini a eludere una procedura che in modo o nell’altro dovrà essere affrontata. Non è una questione politica che comporta libere scelte più o meno condivise, bensì molto più semplicemente, una questione di legalità in cui l’interesse pubblico è individuato e regolamentato dalla legge. È tassativo eliminare ogni dubbio e sospetto sulla posizione di sindaco di Gianni Rotice. L’attesa è pertanto quella di risolvere al più presto la questione evitando ricorsi a procedure farraginose e pensare seriamente e concretamente ai problemi della città andando oltre i semplicistici e del tutto parziali interventi pubblicitari.

Michele Apollonio

 

 

 

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