Mercoledì 18 Dicembre 2024

I pozzi dell’acqua della pace dell’arcivescovo Moscone

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Riflessioni per La Migliore Politica

L’OCCASIONE per i tradizionali auguri di Natale ha offerto lo spunto all’arcivescovo padre Franco Moscone, di tornare su alcuni temi che hanno impegnato in questi ultimi due anni, l’attenzione pubblica fra cui essenzialmente quelli della politica legati al passaggio elettorale per l’elezione del nuovo governo cittadino dopo il commissariamento straordinario del Comune, subentrato a seguito dello scioglimento dell’amministrazione in carica con la penalizzante motivazione mafiosa.

PADRE MOSCONE sin dal suo arrivo a Manfredonia, sono ormai tre anni, ha esercitato la sua «chiamata al servizio dell’Autorità> mettendosi a disposizione di «questo popolo senza riservarci nulla per noi, i talenti e doni professionali di cui siamo portatori». Ha partecipato alle manifestazioni pubbliche apportando quel valore aggiunto che gli viene dalla sua posizione super partes e dal suo privilegiato punto di osservazione. Un contributo prezioso e chiaro, discreto e ragionato, volto all’affermazione dei valori di un «popolo che ha una sua geografia, storia e cultura propria».

PER GLI AUGURI di questo Natale 2021, padre Moscone ha richiamato l’enciclica di Papa Francesco “Fratelli Tutti” e in particolare al capitolo quinto “La Migliore Politica”. «E’ un capitolo complesso quanto all’analisi, di provocazione nel linguaggio e propositivo nel contenuto: perché la politica non può essere solo marketing o peggio maquillage mediatico, ma possedere uno sguardo ampio, realistico e pragmatico perché le Istituzioni siano veramente efficaci, creino inclusione ed abbattano ogni forma di esclusione o peggio di scarto» spiega il Presule richiamando l’attenzione delle autorità civili e militari e dei rappresentanti delle Istituzioni.

«LA MIGLIORE POLITICA – avverte – può essere sostenuta solo se i politici si impegnano ad essere i migliori servi della “cosa pubblica”». E per spiegarne i contenuti ricorre alla metafora dell’”acqua della pace” di don Tonino Bello: «L’acqua è una: quella della pace. Le tecniche di conduzione, invece, cioè le mediazioni politiche, sono diverse. E diverse sono anche le ditte appaltatrici delle condutture. Ed è giusto che sia così. L’importante è che queste tecniche siano serie, intendano servire l’uomo e facciano giungere l’acqua agli utenti». L’acqua – chiarisce padre Moscone – deve provenire da falde e pozzi non inquinati, ma rispettati, custoditi e continuamente mantenuti in efficienza.

TRE SONO i pozzi – indica – dai quali attingere l’acqua della pace. Primo: l’ambiente naturale e culturale in cui viviamo e di cui siamo coltivatori e custodi. La materia prima della nostra politica economica è il nostro ambiente, patrimonio diventato universale, riconosciuto come un tesoro di inestimabile ricchezza. Inquinarla significa minarne le basi per il futuro delle giovani generazioni. Secondo: il lavoro: non arriva a caso o per semplice ricaduta di azioni pseudo produttive. Il lavoro va pensato, programmato con efficienza e scienza, va favorito da scelte che investono rispettando e costruendo armonia col territorio e la sua storia. Il primo compito della politica è scavare pozzi di lavoro autentico creando le condizioni perché crescano e si moltiplichino imprese serie, creative amanti della città. Terzo: le periferie: le falde sane e ricche d’acque pure, non stanno al centro, dove la popolazione si ammassa, ma lontano, nelle periferie. Rivalutare le periferie e chi in periferia ci vive, magari con stenti e difficoltà, significa sanare e produrre futuro, impedire fughe e desertificazione, portare bellezza e rispetto dove sembra regnare il degrado e l’ingiustizia.

Michele Apollonio

 

 

 

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