Con la prima riunione del consiglio comunale ha avuto inizio la 21esima consiliatura (dal dopoguerra) di Manfredonia eletta dal popolo. La prima dopo l’inedita scabrosa vicenda inedita nella storia di questa città, dello scioglimento dell’amministrazione comunale in carica a causa di quella a dir poco imbarazzante infiltrazione mafiosa. Il ritorno alla normalizzazione istituzionale quanto meno formale del governo cittadino, preceduto peraltro da oltre due anni di gestione commissariale speciale ordinata dal Governo di Roma, aveva fatto sperare che certe situazioni richiamate dalla relazione motivante lo scioglimento, fossero rimaste confinate a quel nefasto periodo amministrativo che ha portato la città ad un pernicioso decadimento morale, economico, sociale. Una pia illusione. Non si è fatto in tempo a brindare al nuovo corso amministrativo che tante speranze ha acceso suffragato da promesse e propositi lungimiranti, che ecco arrivare come una mannaia “Omnia nostra”, una massiccia e poderosa operazione condotta dalla Direzione distrettuale antimafia e dal Raggruppamento operativo speciale dei carabinieri sfociata nel deferimento all’autorità giudiziaria di 48 persone di cui 32 arrestate, con ben 50 capi di pesanti accuse riferite al metodo mafioso nei vari settori nevralgici dell’economia marinara e terriera, nonché il sequestro di beni per oltre sette milioni di euro. Il comprensorio operativo interessato è quello garganico con Manfredonia in grande evidenza per essere un serbatoio di affari riferiti alle attività della pesca, nelle quali imperava il diktat “tutto nostro”. Nelle circa due mila pagine nelle quali gli inquirenti hanno ricostruito attività, luoghi, persone direttamente operanti, ma anche fiancheggiatori e compiacenti di ogni categoria, con professionisti e politici in evidenza. Un mondo sommerso anche se spesso sussurrato, che ha fatto riemergere prepotentemente timori e incertezze. Un’onda lunga che tutto investe e travolge che fa preoccupare non poco. Ad avallare e in qualche modo documentare i percorsi e i modus operandi espansivi dei mafiosi, è arrivato Nicola Gratteri, il super magistrato da 32 anni sotto stretta scorta per la sua pressante lotta senza soste alle organizzazioni mafiose inseguite in Italia e all’estero. Un’azione intensa culminata in decine di processi, raccontata a beneficio della gente comune, in una dozzina di libri dove sono indicati luoghi e metodologie fino ai complici e i colpevoli, ma anche le tante, troppe pecche nella stessa organizzazione delle istituzioni che non agevolano la lotta alla mafia. Quest’ultimo ennesimo repulisti ordinato dalla magistratura e condotto dalle forze dell’ordine, assicura respiro e consente di guardare più sereni e fiduciosi al futuro? Previsioni non se ne possono fare, ma esprimere speranza si. Speranza abbarbicata al nuovo consesso amministrativo insediatosi a Palazzo San Domenico, alle nuove generazioni che lo compongono, ai sentimenti di rispetto per una città che merita grande attenzione, alla capacità di saper valorizzare le sue grandi risorse fisiche e umane.
di Michele Apollonio