Domenica 22 Dicembre 2024

Legalità e fede: il connubio che legava il giudice Beato Rosario Livatino

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Il tema della legalità connesso alla fede sarà oggetto di discussione, sabato 11 dicembre 2021 alle ore 19:30, durante la presentazione del libro “Un giudice come Dio Comanda. Rosario Livatino, la toga ed il martirio”, presso la Chiesa di San Benedetto a Manfredonia. L’evento è stato organizzato dall’associazione Alleanza Cattolica sezione di Manfredonia e moderato dal suo presidente dott. Giovanni Corvino, attento alle problematiche sociali del territorio, proponendo riflessioni e incontri a tema.

Sarà presente l’arcivescovo, monsignor Padre Franco Moscone e il co-autore del libro Domenico Airoma , Magistrato e Vicepresidente del Centro studi Rosario Livatino. La biografia del “giudice ragazzino”, così appellato d’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga, è stata composta con Alfredo Mantovano e Mauro Ronco Professore emerito di diritto penale, presidente del Centro studi Livatino.

 

Il giudice Rosario Livatino fu ammazzato dalla faida Stidda, opposta a Cosa Nostra, il 21 settembre 1990 sulla SS 640 Caltanissetta-Agrigento. Egli aveva compreso i meccanismi della mafia del suo territorio e la gravità della corruzione, delle false fatturazioni e del giro di affari che portava la cittadina siciliana Canicattì con 40mila abitanti ad avere diversi sportelli bancari e sedi principali. Il suo operato rappresenta un valido esempio di onestà e sacrificio per le future generazioni.

E’ stato dichiarato Beato il 9 maggio 2021, il primo magistrato beato nella storia della Chiesa. Innamorato di Dio e della giustizia, cercava la normalità del bene e aveva fatto voto di “camminare sempre sotto lo sguardo del Signore”. Nella conferenza su Fede e Diritto del servo di Dio, tenutasi a Canicattì il 30 aprile 1986, Rosario Livatino sottolineò che “il compito dell’operatore del diritto, del magistrato, è quello di decidere; orbene, decidere è scegliere e a volte scegliere fra numerose cose o strade o soluzioni; e scegliere è una delle cose più difficili che l’uomo sia chiamato a fare. E’ proprio in questo scegliere per decidere, decidere per ordinare che il magistrato credente può trovare un rapporto con Dio. Un rapporto diretto, perché il rendere giustizia è realizzazione di sé, è preghiera, è dedizione di sé a Dio”.

Partecipiamo numerosi alla conferenza. Riflettere insieme è un esercizio di libertà per una Comunità responsabile ed attenta al proprio futuro come insegnava Rosario Livatino con il suo sacrificio e il dovere verso la “giustizia”.

 

Grazia Amoruso

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