Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Ddl che prevede più tutela per le donne vittime di minacce, maltrattamenti, violenza domestica, violenza sessuale, messe in atto da partner, mariti, compagni violenti.
In qualità di Criminologa, Educatrice e Psico-Pedagogista, posso esprimere con immensa gioia, che si tratta di un formidabile passo in avanti per contrastare una delle più grandi e dolorose piaghe della nostra società, per cercare di trovare una piccola possibilità per rallentare quell’oceano sconfinato di lacrime di mogli, compagne, figlie che vengono barbaramente molestate, violentate o, addirittura uccise. Basti pensare, senza troppi giri di parole che, dall’ inizio dell’anno hanno perso la vita 109 donne, un dato mortificante, angosciante, che strazia il cuore.
Tra le novità mirate a creare un vero e proprio rafforzamento degli interventi cautelari sugli uomini maltrattanti, sarà, finalmente, l’uso del Braccialetto elettronico.
Secondo quanto prevede il Ddl il braccialetto verrà messo ai polsi degli abusanti che “violano i divieti di allontanamento dalla casa familiare e quelli di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima”.
Il braccialetto sarà dotato di un GPS per la geolocalizzazione, così da permettere alle Forze dell’ordine di monitorarne gli spostamenti.
Il braccialetto non potrà, comunque, essere indossato se non con il consenso dell’interessato. Sarà molto facile, immaginare che il più delle volte l’abusante rifiuti categoricamente di dare il suo consenso e, accettare di buon grado di indossarlo.
Ed ecco la strategia che risolve tutto.
Il giudice potrà mettere il criminale davanti ad una scelta: o accettare di indossare il braccialetto elettronico, oppure, essere sottoposto a misure alternative molto più pesanti (p.e. arresti domiciliari, obbligo di firmare in questura tre volte al giorno) e, per chi avesse il desiderio o, provasse anche solo a manomettere il braccialetto per potersene liberare e, reiterare nella sua fame di violenza verso le donne, ci sarà il carcere.
Pertanto, grazie al braccialetto elettronico sarà molto più facile monitorare per esempio, lo stalker che viola il divieto imposto dal questore di allontanamento dalla casa familiare e di avvicinamento ai luoghi frequentati della vittima: in questo caso scatterà per il soggetto violento, l’immediata custodia cautelare e, sarà difficile ottenere misure alternative, perché dovrà dimostrare di aver adempiuto ad un percorso di riabilitazione con esito positivo, certificato.
Da ora in poi, ci sarà più tutela per le donne e, per mezzo del braccialetto elettronico sarà possibile monitorare gli spostamenti dei loro aguzzini ed evitare che possano avvicinarsi, anche dopo che la donna li abbia denunciati.
Tutto ciò deve essere fatto con un senso di prossimità, perché le donne devono sapere che non saranno sole, che il loro grido d’aiuto non sarà nel vuoto o, senza risposta, perché le Istituzioni, da ora in poi, useranno tutti gli strumenti per tutelare la loro integrità fisica, la loro salute, la loro libertà, loro e, dei loro figli.
Criminologa
Dott.ssa Fabiana Ditommaso