Il tonfo della sinistra e le speranze nell’uomo venuto nella “non politica”
È INCONFUTABILE che questa campagna elettorale amministrativa 2021 abbia messo a nudo ed evidenziato tutte, o gran parte, le tare della politica sipontina come andatesi espandendo in questo ultimo quarto di secolo. Che la Politica, quella con la “p” maiuscola fosse in crisi, era più che evidente. L’esempio più eclatante è quello offerto dal Partito democratico lacerato da conflitti interni, usato e strumentalizzato dai suoi vertici carismatici, ha perso credibilità e consensi, per finire travolto, assieme ai suoi sodali, dal traumatico tsunami dello scioglimento d’imperio dell’amministrazione comunale che portava il suo imprimatur.
A QUESTO appuntamento elettorale non ha partecipato col suo simbolo di partito ma con una sigla succedanea: “dem”. Ma non ha funzionato. L’elettorato l’ha bocciata ugualmente. Il travestimento da agnellini non ha ingannato. La lista “dem” ha ricevuto solo 2.613 voti pari al 9,53 per cento. Misera cosa rispetto al 2015 quando i numeri furono rispettivamente 8.611 e 33,33 percentuale. Una diserzione di massa peraltro annunciata. Quell’operazione (lista con simbolo dem) è stata ordita dal gruppetto, sia pure ridotto, che detta legge in quel partito da un trentennio, per cercare di rimanere a galla. Lista dichiaratamente rigettata dal PD così come cercava di rinnovarsi con l’immissione di giovani. In virtù di tale tendenza, il giovane segretario Raffaele Caputo in un comunicato aveva espressamente precisato: «Logo e denominazione della suddetta lista (dem) sono intenzionalmente simili a quelli del “Partito Democratico”, con l’evidente fine di creare confusione nell’elettorato. Esclusivamente per tale ragione precisiamo che non sarà quella la lista con cui il PD di Manfredonia parteciperà alle prossime elezioni amministrative». Il risultato è quello ormai noto.
UN RESPONSO elettorale negativo che ha provocato la rabbiosa reazione di Michele Bordo, deputato da tre legislature che a Manfredonia si è visto poco o niente, che sui social così si sfoga: «molti di quelli che in questa campagna elettorale sono con la destra, sono gli stessi che oggi parlano di futuro e discontinuità» e sentenzia «a Manfredonia questo è il momento dei frustrati, di quelli che, vivendo di invidia per aver fallito tutti gli obiettivi della vita – politica, personale e professionale – sanno solo provare rabbia e rancore». Una esternazione vivacemente biasimata sui social.
A COMPLICARE le cose a “sinistra”, ha contribuito anche la lista “Con” di Emiliano/Riccardi gratificata di soli 1.595 voti, indubbiamente molti di meno di quelli che evidentemente ci si aspettava. “Con” abiurata dallo stesso Emiliano. «L’avvocato Prencipe – ha precisato nel suo blitz a Manfredonia il presidente della Regione Puglia – è l’unico riferimento a Manfredonia a cui vorrà assicurare il suo sostegno in maniera chiara e incondizionata». Mentre Prencipe ha dichiarato che «nessun accordo e nessuna mediazione è possibile con chi rappresenta la lista Con». La premessa per rompere con l’ex sindaco sciolto e incandidabile ma riarruolato da Emiliano alla Regione? La coerenza vorrebbe – è il pensiero dei manfredoniani – che venisse ritirato l’incarico conferitogli in Regione. Ma la coerenza non è della politica e men che meno di Emiliano.
NON MENO caotica e lontana dai canoni della Politica, la situazione a destra (via vai di Fratelli d’Italia, tentennamenti di Udc, Lega latitante) appena camuffata dalla vittoria elettorale conquistata grazie alla “non Politica” espressa da quelle formazioni che sulla carta volevano rappresentare il “nuovo” ma sono finite per rifare il vecchio più retrivo tant’è che alcune di esse sono riuscite a rimanere fuori dal consiglio comunale.
In questo stato di cose anomalo, si è imposto il candidato lontano dalla politica, Il quale ora, dallo scranno di sindaco della città, dovrà cimentarsi con la Politica, quella che si spera chiara e giudiziosa volta a ridare certezze alla città, per rimettere in sesto una nave fortemente sbandata dalle procelle subite.
Michele Apollonio