Documento promosso da parlamentari, consiglieri regionali e dirigenti territoriali del Partito Democratico pugliese
La commissione nazionale di garanzia del Partito Democratico ha, come noto, stabilito il rinvio del congresso regionale della Puglia rilevando l’inosservanza delle procedure previste dalle norme statutarie.
La scelta di celebrare l’assise in autunno limitando la platea dei partecipanti e la volontà di procedere in assenza di un confronto vero all’interno del gruppo dirigente del partito ne hanno di fatto compromesso lo svolgimento. L’idea che il tutto potesse risolversi attraverso la conferma rituale del segretario uscente senza avviare una discussione franca sullo stato del Partito Democratico in Puglia non può essere condivisa. L’assenza di un’elaborazione critica che tenga conto dei cambiamenti socio economici derivati dalla emergenza pandemica e della evoluzione del quadro politico succeduto alla nascita del Governo Draghi non consentirebbe l’auspicato rilancio dell’azione del Pd.
L’attuazione del PNRR, le sfide imposte dall’emergenza sanitaria, la transizione ecologica, la riconversione e la valorizzazione dei sistemi produttivi locali, la lotta alle crescenti diseguaglianze sociali, l’ingresso effettivo di donne e giovani nel mercato del lavoro, l’innovazione del sistema formativo fondato su scuola e università, l’invecchiamento della popolazione sono alcune tra le grandi sfide che il Governo regionale dovrà affrontare nei prossimi quattro anni.
C’è bisogno di una grande capacità riformatrice, che incida profondamente sull’efficienza dell’apparato burocratico a tutti i livelli, e che esalti in un dialogo costante con i territori i nuovi protagonismi economici e sociali che gli anni di buon governo del centrosinistra hanno innescato in Puglia.
Vi è, dunque, bisogno che il maggior partito della coalizione definisca una sua proposta che accompagni e orienti lo sforzo della Giunta regionale e, soprattutto, è necessario che si apra una riflessione “vera” su come il PD si riconette alla società dopo gli anni del populismo e del rifiuto della politica, su come rimotiva i giovani all’impegno civile e su come ridefinisce ed amplia le basi del suo insediamento sociale.
In questo quadro non può sfuggire la necessità di definire il rapporto con l’arcipelago “civico” che assieme al PD costituisce il nerbo della coalizione di governo pugliese. Il rischio che essa smarrisca la sua carica innovativa e svapori in un cartello elettorale che acquisisca forma e sostanza ad ogni appuntamento con le urne è sempre più evidente come confermano i “fatti” di Taranto e le innumerevoli fibrillazioni locali.
Tutto ciò pone al PD la necessità di un confronto franco e approfondito, utile a sciogliere alcuni nodi politici che al momento condizionano la qualità della nostra iniziativa e rendono all’esterno l’idea di un partito imbrigliato dalla necessità di salvaguardare equilibri precostituiti.
L’incertezza derivata sul quadro politico generale dall’imminente elezione del presidente della Repubblica e dal rischio di una fine anticipata della legislatura, contribuiscono a complicare l’attuale fase.
Riteniamo quindi utile che si apra un confronto immediato all’interno del PD pugliese, anche con il contributo della segreteria nazionale del partito, in maniera tale che si affrontino seriamente queste ed altre questioni e che l’esito congressuale sia il frutto di questa discussione larga, partecipata, democratica ed approdi ad una soluzione condivisa, senza il ricorso ad una sterile conta che al momento è quanto di peggio potremmo augurarci noi e i pugliesi tutti.